PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Commento su Matteo 22,1-14

don Michele Cerutti

XXVIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (11/10/2020)

Vangelo: Mt 22,1-14 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 22,1-14

In quel tempo, 1Gesù riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: 2«Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. 3Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. 4Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. 5Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; 6altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. 7Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. 8Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; 9andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. 10Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. 11Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. 12Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. 13Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. 14Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».

 

Forma breve: Mt 22,1-10

In quel tempo, 1Gesù riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: 2«Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. 3Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. 4Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. 5Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; 6altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. 7Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. 8Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; 9andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. 10Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali.

Dopo settimane in cui la liturgia ci ha aiutato a fissare la nostra riflessione sulla vigna, questa domenica l'attenzione si sposta sul banchetto.
Quanto è importante la dimensione del banchetto nella vita di Gesù! Il Maestro ha convertito a tavola peccatori anonimi, come nel brano della chiamata di Levi dove Gesù si attornia di pubblicani e viene criticato, ma ha convertito anche Zaccheo, ha espresso la gioia della fraternità a Betania e ha istituito l'Eucaristia. Il banchetto può esprimere luogo di dannazione come nel caso del ricco epulone. Comprendiamo l'importanza del momento della fraternità nella tavola luogo in cui il Signore viene a visitarci.

Questa domenica ci soffermiamo sulle due icone che la liturgia ci propone per mettere in evidenza con il banchetto la pienezza di gioia a cui la nostra vita è indirizzata.
Isaia utilizza questa immagine per parlare di un incontro tra i popoli e in cui viene eliminata la morte e viene indicata la comunione con Dio di tutti i partecipanti. Dio stesso offre il banchetto per tutte le nazioni del mondo, ad indicare la nuova Alleanza che sarà stabilita con tutti i credenti e che sarà fondata non più sul criterio della razza, ma sulla gratuità dell'amore misericordioso del Padre verso tutti i suoi figli.
Il segno e l'anticipo di questa promessa di un futuro radioso per tutta l'umanità è la liberazione del popolo ebreo dall'esilio che fa scaturire la gioia tanto da fare esclamare: Egli è il nostro Dio! Abbiamo riposto in lui la nostra fiducia... Egli è il Signore! Abbiamo riposto in lui la nostra fiducia.
Gesù riprende questa immagine del banchetto con l'invito che viene fatto e davanti a questa proposta si verifica un controsenso c'è chi non accetta e arriva a opporsi fino a utilizzare violenza e respingere nei confronti di chi fa questa richiesta.
Il regno di Dio è per tutti, buoni e cattivi, ma attenti, rispettosi, cioè docilmente fiduciosi.
Ci vuole comunque l'abito giusto, la vera disponibilità a far parte di un progetto e rispettare delle regole. L'elemento fondamentale per accedere è l'umiltà di riconoscersi, con sentimenti di gratitudine, accettati.
Gesù ci parla della realtà dell'inferno. Al termine di questa parabola ci viene indicato che l'ospite senza il vestito adatto viene respinto e mandato laddove “sarà pianto e stridore di denti”. Dio non vuole l'inferno perché è infinitamente buono e vuole che tutti gli uomini si salvino.(1 Tm 2,4). L'inferno è frutto del peccato e l'uomo vi entra per sua volontà.
C'è, tuttavia, la via della purificazione oltre la morte che è la realtà del purgatorio ovvero un processo di trasformazione spirituale dell'uomo che lo permette di essere vicino a Cristo.
Il Signore stesso è il fuoco giudicante, che trasforma l'uomo e lo rende conforme (cfr. Rm 8,29) al suo Corpo glorificato (cfr. Fil 3,21) è la forza trasformante del Signore a sciogliere e fondere col suo fuoco le catene del cuore dell'uomo proprio in vista di una conformità a Lui. La realtà in cui ci incamminiamo è quella del cielo.
Con l'immagine del brano evangelico che ci viene proposto la realtà della beatitudine a cui Gesù ci invita consiste nelle relazioni e nella loro pienezza. Di fronte alla bellezza dell'icona che ci viene proposta questa domenica comprendiamo la pochezza a volte dei nostri dinieghi all'invito che ci fa il Signore per vivere la fede in pienezza. Molti limitano quello che ci viene proposto nel brano all'invito alla Messa perché molti pensano che l'esperienza cristiana si riduca solo a questo. I nostri rifiuti stanno in tante occasioni perse per incontrare Gesù nella preghiera personale, nel mettersi davanti all'Eucaristia in silenzio, nell'accostarsi alle Scritture dove il Signore parla.
Si entra in crisi se viene abolita un orario di Messe, perché si vive con la sola paura di non rispettare il precetto, ma poi si perdono un sacco di occasioni per incontrare il Signore con i fratelli.
Cogliamo l'opportunità offerta da questi due brani, che ci offrono la bellezza dell'incontro con Lui, per interrogarci su come viviamo la nostra esperienza cristiana e come rispondiamo ai continui inviti che Gesù ci dona.

 

Ricerca avanzata  (55474 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: