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TESTO Commento su Matteo 18,15-20

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XXIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (06/09/2020)

Vangelo: Mt 18,15-20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 15Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; 16se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. 17Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. 18In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.

19In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. 20Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».

COMMENTO ALLE LETTURE

Commento a cura di Francesco Botta

Celebriamo oggi la ventitreesima domenica del tempo ordinario. Stiamo pian piano riprendendo le nostre attività lavorative, seppure con tanta difficoltà e incertezza per il futuro. Il Covid ci ha messo di fronte alla nostra povertà e ci ha ricordato che non bastiamo a noi stessi. La liturgia di questa domenica vuole mettere in luce degli aspetti fondamentali per la nostra vita cristiana, anche e soprattutto in questo momento di incertezza; lasciamoci dunque incontrare anche oggi dalla Parola di Dio.

L'orazione colletta di questa domenica pronuncia queste parole: ‹‹O Padre, che ascolti quanti si accordano nel chiederti qualunque cosa nel nome del tuo Figlio, donaci un cuore e uno spirito nuovo, perché ci rendiamo sensibili alla sorte di ogni fratello secondo il comandamento dell'amore, compendio di tutta la legge››. La prima preghiera che pronunciamo nella messa di oggi è una richiesta di rinnovamento del cuore e dello spirito, per essere sensibili alla sorte di ogni fratello. Al centro della liturgia di oggi vi è il fratello. In questo lungo periodo di pandemia abbiamo sperimentato quanto sia importante aiutarsi vicendevolmente; come si è detto all'inizio, il Covid ci ha ricordato che non bastiamo a noi stessi. La Parola di Dio parla a noi in questo preciso momento storico e ci chiede di vivere da fratelli.

Il vangelo di oggi è tratto dal capitolo 18 di Matteo: si tratta del capitolo che l'evangelista dedica al tema della comunità ecclesiale. Il brano, che prendiamo in considerazione oggi, mette al centro del discorso il perdono del fratello. Il termine “fratello” è fondamentale nel vangelo di Matteo. Una peculiarità di questo termine, nell'uso che ne fa Matteo, è il fatto che questo sostantivo sia sempre accompagnato da un aggettivo possessivo (tuo fratello, i miei fratelli etc...). Il motivo per cui l'evangelista accompagni questo sostantivo con un aggettivo possessivo è per voler sottolineare il valore relazionale, essenziale nella predicazione di Gesù. L'amore del fratello non è un imperativo ideologico! L'amore del fratello ha valore relazionale. Questo vuol dire che la relazione con il fratello ci permette di fare esperienza del Risorto.

Nella relazione con il fratello, Gesù mette in luce che il cuore è il perdono. Perché questa insistenza sul perdono? Il vangelo di oggi insiste minuziosamente sul perdono, offrendo un vero e proprio vademecum. Se pensiamo alla nostra esperienza e alle nostre relazioni, ci rendiamo conto che non siamo infallibili. Gesù conosce la nostra umanità e sa che abbiamo bisogno di fare esperienza del perdono. Il perdono tuttavia non si riduce ad accogliere le eventuali scuse da parte di un fratello. Il perdono è un venirsi incontro. Il perdono non è solo questione di testa, il perdono è questione di viscere. L'insistenza di questo brano di vangelo sulla necessità del perdono è dovuta al fatto che il perdono è il luogo dell'incontro con Dio. È un concetto difficile da spiegare teoricamente, ma chi ne ha fatto esperienza sa cosa significa. Il fine del perdono non è il condono degli errori, ma la relazione con il fratello! Il discorso della cosiddetta correzione fraterna, presente nel vangelo di oggi, è finalizzata alla relazione con il fratello, non ad una legalità comportamentale imposta dall'alto. Perché Gesù insiste così tanto sulla relazione con il fratello? Troviamo la chiave interpretativa nella frase finale: ‹‹perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro›› (Mt 18,20). Gesù insiste sulla relazione con il fratello, perché è lì che lui si fa incontrare. È lì che lui è presente ed è vivo. La relazione con il fratello ci fa fare esperienza del Risorto.

Attenzione però a non correre il rischio di pensare che amare il fratello sia un imperativo che noi dobbiamo adempiere per essere buoni cristiani. Chi ha un fratello o una sorella, o chi vive relazioni autentiche di amore, sa che l'amore che si prova non ha alcuna imposizione se non il coinvolgimento personale nella relazione stessa. Un fratello si ama perché c'è un legame viscerale, non perché porta lo stesso cognome. L'amore viscerale precede gli obblighi familiari. Ecco allora che il Signore ci dice oggi che riconciliarsi significa tornare all'amore viscerale, che precede i nostri buoni propositi e che prescinde dai nostri errori. Riconciliarsi significa ristabilire la giusta relazione: la giusta relazione non sta nella divisione, ma nell'unità: dove due o tre sono riuniti nel mio nome... Il discorso che Matteo porta avanti in questo capitolo 18 è finalizzato a mettere al centro la fraternità, luogo che Gesù ha scelto per farsi riconoscere presente.

Qual è dunque la buona notizia di questa domenica? Nel versetto alleluiatico leggiamo: ‹‹Dio ha riconciliato a sé il mondo in Cristo, affidando a noi la parola della riconciliazione›› (2Cor 5,19). La buona notizia è che l'iniziativa è sua! È lui ad aver riconciliato tutto in Cristo. La parola della riconciliazione, che lui ha affidato a noi, è conseguenza della riconciliazione che egli stesso ha operato con noi e per noi: forse è questo il motivo per cui lo incontriamo nei rapporti fraterni, forse è questo il motivo per cui lo riconosciamo nel fratello! La buona notizia è che la riconciliazione è avvenuta con lui, perché lui ci è venuto incontro. I nostri rapporti, che in questo periodo di Covid abbiamo scoperto essere così importanti e costitutivi, hanno la vocazione a esistere da oggi per l'eternità: ‹‹tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo›› (Mt 18,15-20).

 

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