TESTO Al funerale di un giovane suicida
padre Gian Franco Scarpitta S. Vito Equense
Signore, noi siamo convinti che la tua Parola è verità e che non ci abbandoni nell'ora del dolore e del distacco; ma tu sostienici in questa prova comunque assillante per noi che viviamo l'esperienza di questo mondo ingrato al quale il nostro N ha preferito la tua eterna Compagnia...
Carissimi fratelli, anche se le parole possono sembrare superflue in una tristissima circostanza come questa, siamo invitati a farci coraggio gli uni gli altri e a trovare conforto nelle parole della fede...
Su quanto è accaduto, cerchiamo tutti quanti di abbandonare qualsiasi riferimento al passato, e soprattutto nessuno attribuisca a se stesso colpa alcuna per non essere riuscito in qualche modo a sventare questo terribile atto.
Certo, sarebbe stato molto consolante se qualcuno fosse arrivato in tempo a frenare la mano di N mentre afferrava quell'oggetto infernale, tuttavia la colpa non è di nessuno! Ciascuno ha fatto quanto ha potuto, e non c'è dubbio che tutti quanti sia a casa sia in altri luoghi ci si sia prodigati nei confronti del nostro N, e che la pazienza verso di lui non sia mai venuta meno, tuttavia chissà... forse lui in quel momento aveva deliberato per una scelta che sull'istante riteneva essere più opportuna e in ogni caso solo Dio può realmente conoscere i sentimenti che il nostro giovane N provava in quel momento; nessuno di noi può accertare con sicurezza quello che vi era nel suo cuore... Quello che è cosa assolutamente certa è che, sia pure inconsciamente lui desiderava vedere il volto del Signore a suo sollievo e consolazione e certamente Dio lo avrà esaudito accogliendolo nella compagine dei Santi: possiamo confidare che nella sua misericordia infinita il Signore lo ha preso con sé, e che non si può imputare a N alcuna colpa grave, trovandosi lui ancora all'alba della vita e dell'esperienza terrena. E se anche qualche errore o mancanza vi è stata, nella sua infinita bontà Dio, che ricompensa in oro ogni nostro minimo sacrificio nei Suoi confronti, ha certamente considerato come motivo di riscatto i patemi e le delusioni sofferte da questo giovane.
La tristissima circostanza costituisce però uno stimolo per tutti noi, in primo luogo affinché si fomenti nelle nostre case la dimensione del dialogo reale fra genitori e figli: cerchiamo di stare un po' di più uniti in famiglia e di comprenderci reciprocamente nei nostri problemi e negli assilli del quotidiano; è auspicabile che i giovani in famiglia si aprano con maggior fiducia ai loro genitori nell'esporre con fiducia e senza riserve i loro problemi, fossero anche quelli più banali e che a loro volta gli adulti siano solleciti e pazienti nel porsi all'ascolto dei giovani, delle loro problematiche senza trascurare alcuna delle questioni che essi rivolgono loro. Ogni giovane è un "pianeta" a sé e per questo anche una motivazione frivola o banale tipo "la mia ragazza" o "il mio motorino" può essere oggetto di seria riflessione da parte degli adolescenti e post-adolescenti.
Fra giovani coetanei, occorre che non ci limiti alla battuta, allo scherzo o alla pizzeria nelle continue interazioni di ogni giorno, ma che si abbia la disponibilità a guardarsi maggiormente negli occhi e a confidarci gli uni gli altri i nostri problemi, le nostre aspettative, le aspirazioni... Che vi sia insomma maggiore serietà nell'ascolto e nella condivisione.
Come già detto, nessuno di noi ha la colpa di quanto è accaduto al nostro N; ma simili episodi sono comunque da attribuirsi ad una struttura sociale sempre più indifferente alle problematiche individuali, che tende a trascurare le ansie della persona. E contro di essa occorre che tutti esterniamo il nostro disappunto.
Quanto al nostro carissimo N, non possiamo che ringraziarlo di tutti i momenti di gioia e di entusiasmo che la sua giovane età ci ha regalato; e in lui ringraziare anche Dio che nel suo sorriso e nella sua ilarità ci ha offerto motivo di contentezza e di compagnia.
Se pure prendiamo atto che la scomparsa del nostro giovane è per noi troppo prematura, sappiamo benissimo che agli occhi di Dio "mille anni sono come il giorno di ieri che è passato" e che pertanto non la quantità, ma la qualità della vita è quella che Egli predilige; ed è per questo che ringraziamo ancora una volta N che di questa "qualità" si è reso apostolo nell'entusiasmo giovanile e nella spontaneità della sua allegria e spensieratezza.
Signore, mentre chiediamo il tuo aiuto per accettare che non sia più tra noi, ti rendiamo grazie per avercelo dato...
E ti ringraziamo altresì perché Tu solo potrai placare il pianto e il grido disperato dei genitori che cercheranno N per ogni dove, desiderosi di ascoltare ancora una volta la sua voce e di godere della sua compagnia; e così lo incontreremo tutte le volte che ci disporremo alla preghiera e all'ascolto della Tua Parola. Lo incontreremo altresì nella giovialità e nel sorriso di ogni giovane che incontreremo sul nostro cammino, dove riscontreremo anche la tua benedizione e la tua predilezione verso chi sta inaugurando il nostro futuro recando nel cuore ideali e propositi nella continua sfida di questo mondo ingrato e perverso.