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TESTO Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito... e noi?

don Roberto Rossi   Parrocchia Regina Pacis

XX Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (16/08/2020)

Vangelo: Mt 15,21-28 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 21partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidone. 22Ed ecco, una donna cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». 23Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». 24Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele». 25Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». 26Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». 27«È vero, Signore – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». 28Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.

Cari amici, mi ha sempre profondamente colpito e commosso la situazione dei genitori che hanno un figlio o una figlia gravemente ammalati. Mi è capitato molte volte di essere chiamato a vivere vicino a loro. Una mamma, la cui figlia veniva operata all'ospedale di Padova, l'ho trovata lì in corridoio attaccata al vetro, con lo sguardo rivolto al cielo, con lacrime agli occhi: “La mia figlia, la Madonna..., chiedo tutto a lei”. In questi giorni seguo una coppia di giovani sposi: tre bambini, il più grande frequenta le elementari, i due più piccoli, sono gemelli. Ad uno di loro è stata diagnosticata una malattia molto rara e preoccupante. Ha subito l'asportazione di un rene e ora sta curando l'altro. Che sofferenza, che angoscia, che preghiera nel profondo del cuore! E' quello che ha vissuto la donna del Vangelo, questa cananea che grida a Gesù la sua implorazione: “si mise a gridare: ‘pietà di me Signore, la mia figlia è molto tormentatà...” “Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando”, sbottano gli apostoli. E lei si prostra davanti a Gesù: “Signore, aiutami”. Gesù sembra non volerla esaudire, anzi la provoca.

C'è un silenzio di Dio, l'attesa trepidante davanti a lui. È proprio nella perseveranza, nel grido, nell'insistenza che si esprime la fede. Gesù ha detto: “Cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto, chiedete e vi sarà dato”. Quando uno è nel dolore, come quella mamma, non si arrende. Fa tutto il possibile, pur di salvare la figlia. Di fronte alla risposta e all'affermazione di Gesù: “Non è bene prendere il pane dei figli e darlo ai cagnolini”, la donna sa rispondere: “è vero, Signore, ma anche cagnolini si cibano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni”. Cioè a dire: “a me basta anche solo una briciola del tuo amore e la mia figlia sarà guarita”. Che donna grande, ardita, rispettosa e forte; è ferma, piena di dolore ma solida nella sua dignità! Gesù la esaudisce, fa un grande elogio della sua fede, una fede vera, in lei, donna straniera, pagana di fronte al popolo eletto. Anche ciascuno di noi può affidarsi al Signore in ogni necessità con tutta la fiducia del suo cuore. Anche ciascuno di noi può osare e dire davanti al Signore: “mi basta una briciola del tuo amore, dammi questa briciola, e sarà la mia salvezza, la mia pace, la mia gioia vera. Un'altra cosa comprendiamo in questo fatto del Vangelo: l'amore di Dio, la grazia del Signore è per tutti, per tutti i popoli della terra. Davanti a Dio, che è Padre non esistono stranieri, esistono dei figli, che lui ama di un amore infinito, figli che possono esprimere la loro risposta di fede e di amore. Possiamo e dobbiamo sempre di più prendere consapevolezza che l'amore di Dio e la sua salvezza sono per tutti i popoli.

Tante volte dobbiamo davvero convertirci a questo nostro Dio, padre nostro e padre di tutti. Ci sono purtroppo tante chiusure, ci sono i peccati di razzismo, di emarginazione, di indifferenza di fronte a tanti fratelli e sorelle del mondo che sono nella povertà, nella sofferenza, nella lotta estrema per un briciolo di vita. Perché in noi la paura ci toglie l'amore? Noi abbiamo il rischio di giustificarci, di metterci a posto la coscienza, di essere ciechi di fronte ai fratelli e ai poveri del mondo. Siamo addirittura incoraggiati in questo comportamento di peccato da tante opinioni correnti, da mezzi di comunicazione, da operatori sociali e politici. Ma dobbiamo sapere che il nostro unico maestro è Gesù, il Signore. Dobbiamo sapere che la vita ha senso se è costruita sull'amore, sulla condivisione, sull'impegno appassionato, a servizio della vita di tutti, cominciando da chi ha più bisogno. Gesù ha fatto così con la donna del Vangelo... perché Lui è la via, la verità, la vita.

 

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