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TESTO Commento su Matteo 17,1-9

don Giampaolo Centofanti   Commento al Vangelo

Trasfigurazione del Signore (Anno A) (06/08/2020)

Vangelo: Mt 17,1-9 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 17,1-9

1Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. 2E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. 3Ed ecco, apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. 4Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». 5Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». 6All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. 7Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». 8Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.

9Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».

Gesù non si nasconde per trent'anni per falsa modestia né si manifesta per superbia e vanitosità. È l'Amore nel Padre che lo guida. Qui si rivela nella sua gloria ad alcuni apostoli, ad alcuni pastori e dice loro di non comunicare ad altri questa visione finché non sia risorto dai morti. Fortifica dunque nella fede questi tre discepoli in vista dello scandalo della Sua passione ma anche li ammaestra a lasciarsi portare con fiducia e pazienza dai tempi del suo rivelarsi. La trasfigurazione è da molti considerata la cresima di Cristo e vediamo infatti, più esplicitamente in Luca, che Mosè ed Elia parlano con Lui del suo esodo che sarebbe avvenuto a Gerusalemme. La sua vocazione: donare la vita per redimere gli uomini. Ed il dono di venire ascoltato. Almeno, virtualmente, da alcuni in particolare. Pietro mostra la tendenza umana ad impossessarsi anche del mistero, a gestirlo secondo propri criteri e la nube che li avvolge proprio togliendo loro la possibilità di vedere li libera da tali ristrettezze e li apre ad ascoltare il graduale rivelarsi di Dio, ad abbandonarsi a Lui. I tre apostoli sperimentano una felicità, una Luce, meravigliose, che fanno loro desiderare di restare lì per sempre. Ma invece sarà per loro un cammino far entrare questa grazia vivificante in ogni angolo della propria umanità. Ecco il motivo delle gioie e delle aridità nella sequela. Incasellare, poi, in tre tende Gesù, Mosè ed Elia evidenzia questo apprendere la lezioncina col cervello, come nozioni frammentate, invece di lasciarsi portare da Cristo nel mistero di Dio, dell'uomo, del mondo, un mistero di Parola e di vita sempre nuova. Gesù parla di Legge e di profeti. Insieme. I discepoli sono turbati da queste spiazzanti esperienze ed è bello vedere Gesù che si avvicina loro, li tocca e gli dice di alzarsi e di non temere. Egli è con loro, la Via, la Verità e la Vita è con loro ed essi possono scendere con fiducia, coraggio, pazienza, speranza, dal monte alla vita quotidiana.

 

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