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TESTO Siamo il terreno di Dio

don Roberto Seregni   Home Page

XV Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (12/07/2020)

Vangelo: Mt 13,1-23 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 13,1-23

1Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. 2Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.

3Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. 4Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. 5Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, 6ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. 7Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. 8Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. 9Chi ha orecchi, ascolti».

10Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». 11Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. 12Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. 13Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono. 14Così si compie per loro la profezia di Isaia che dice:

Udrete, sì, ma non comprenderete,

guarderete, sì, ma non vedrete.

15Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile,

sono diventati duri di orecchi

e hanno chiuso gli occhi,

perché non vedano con gli occhi,

non ascoltino con gli orecchi

e non comprendano con il cuore

e non si convertano e io li guarisca!

16Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. 17In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!

18Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. 19Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. 20Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, 21ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. 22Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. 23Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».

Forma breve (Mt 13,1-9):

1Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. 2Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.

3Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. 4Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. 5Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, 6ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. 7Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. 8Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. 9Chi ha orecchi, ascolti».

Le parabole mi hanno sempre affascinato. Ricordo che da bambino avevo un Bibbia illustrata e le mie pagine preferite erano quelle delle parabole di Gesù. Anche se non le capivo bene mi affascinavano. E dopo un po' di anni che le leggo e le medito ho ancora la stessa impressione. Di non comprenderle fino in fondo e, allo stesso tempo, esserne profondamente affascinato.

Oggi proviamo a fermarci su una delle parabole più famose: quella del seme.

Forse vale la pena, fin dall'inizio, chiarire che il vero protagonista di questo testo è la Parola. Le quattro scene, infatti, narrano esiti diversi dell'annuncio della Parola.

Ricordo che quando leggevo questa parabola, mi chiedevo perché il contadino gettasse i semi sulla strada o fra i sassi. I miei nonni erano contadini e ricordo che preparavano con cura il terreno e seminavano con molta attenzione.

Ma Gesù lancia ovunque il seme della Parola, non sceglie i terreni, non fa differenza, non scarta, non seleziona. Tutti siamo il terreno di Dio, nessuno di noi è stato sottratto a questo dono.

È evidente anche che ci sono esiti molto diversi che non dipendono dalla qualità del seme, ma dal terreno. Il seme è lo stesso, ma non sempre puó germogliare e dare frutto.

In realtà questa parabola anticipa la vita di Gesù, scioglie le logiche più profonde che porteranno il cammino del maestro verso la Croce. La Parola entra nella storia dell'uomo con la piccolezza e la debolezza di un seme gettato sulla terra, che puó essere rifiutato, calpestato o soffocato.

La sua potenza è indiscussa, ma è la qualità dell'accoglienza che fa cambiare l'esito.

Ma c'è un piccolo particolare che dovrebbe attirare la nostra attenzione. Gesù dice che il terreno buono frutta il cento, il sessanta o il trenta. Ma, secondo gli studi degli esperti, con le tecniche di lavoro di quel tempo, un sacco di semi poteva darne al massimo undici o dodici. La proporzione della parabola è davvero smisurata, inverosimile.
Cosa vuole dirci Gesù con questa voluta esagerazione?

Il maestro vuole darci la certezza che la sua Parola, se è accolta, amata e vissuta, dà frutti straordinari e imprevedibili! Il Signore ci dà più di quanto osiamo immaginare e sperare! L'unica condizione è aprire il cuore, essere docili e disponibili.

Coraggio amici, siate terra buona, liberatevi dalle spine e dalle pietre che soffocano la Parola e lo Spirito del Signore farà germogliare in voi, e attorno a voi, la Sua immensa bellezza!

Se vuoi continuare a meditare sulle parabole, ti propongo un mio libro: “Risillabare le parabole”, edito con Áncora. Il ricavato della vendita dei miei testi è interamente dedicato alle opere della missione in Perù.


Un abbraccio
Uniti nella preghiera
Don Roberto

 

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