TESTO Commento su Luca 1,57-66.80
don Giampaolo Centofanti Commento al Vangelo
Natività di S. Giovanni Battista (Messa del Giorno) (24/06/2020)
Vangelo: Lc 1,57-66.80
57Per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. 58I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.
59Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccaria. 60Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». 61Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». 62Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. 63Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. 64All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. 65Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. 66Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.
80Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.
Giovanni è il suo nome. La grazia di Dio (significato del nome Giovanni) viene a rinnovare ogni cosa. Zaccaria non ha creduto all'angelo, Elisabetta ha creduto a Zaccaria. Elisabetta era stata considerata, senza che protestasse, lei sterile. Mentre Zaccaria quando parla all'angelo sembra riconoscere almeno che non si sa chi nella loro coppia ha questo problema. Questa povertà umilmente accettata forse la rende più desiderosa dell'aiuto di Dio, più consapevole di questo bisogno. Sconvolgendo le abitudini è la donna, la povera, che qui annuncia per prima il disegno di Dio. E qui vediamo in nuce il futuro cammino anche di Giovanni, come non di rado di tanta profezia. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione ad Israele. Ma questo venire riconosciuto solo nel tempo, quasi solo dal popolo, è anche una protezione per il profeta e per la profezia, che possono maturare nella semplicità ed essenzialità della normale vita quotidiana e non nel luccichio dei poteri, delle apparenze senza però vita concreta. Solo nella quale si può riconoscere e gradualnente accogliere lo Spirito. In questo mondo spesso manipolato dai grandi apparati della cultura e dell'informazione non di rado i più profondi costruttori di una società rinnovata sono quei genitori che pur in condizioni sempre più difficili danno la vita per i propri figli. Quegli insegnanti che cercano di testimoniare prima di tutto con la propria esistenza l'importanza decisiva di una vissuta ricerca personale, comunitaria, intercomunitaria, tutte quelle persone che cercano di camminare nella luce. Senza nessuna ribalta mediatica i semi umili della Vita che sorregge il mondo.