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TESTO Commento su Giovanni 6,51-58

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Santissimo Corpo e Sangue di Cristo (Anno A) (14/06/2020)

Vangelo: Gv 6,51-58 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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51Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

52Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». 53Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. 54Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. 55Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. 56Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. 57Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. 58Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

COMMENTO ALLE LETTURE

Commento a cura di padre Alvise Bellinato

L'Eucaristia è tutto

Celebriamo oggi la solennità del Corpus Domini. Questa festa è molto sentita dai cristiani in tutto il mondo: in questo giorno il Santissimo Sacramento viene portato in processione nelle varie Diocesi, per rappresentare visibilmente un mistero grandioso ma invisibile agli occhi: la presenza reale nell'Eucaristia di Gesù Cristo, che cammina accanto al suo popolo.

Ci sono molte tradizioni popolari legate a questa festa: in certe località la gente prepara con i petali di fiori dei “tappeti” lungo le vie delle città, per manifestare rispetto verso Gesù, veramente presente nell'ostia consacrata, che il sacerdote porta processionalmente, nell'ostensorio, in giro per i quartieri.

In alcuni paesi i fedeli preparano degli altari in vari punti del percorso della processione eucaristica, per esprimere il desiderio che il Signore Gesù possa fermarsi per qualche istante, appoggiato su di essi, in modo da garantire protezione e prosperità.

I cristiani membri delle confraternite accompagnano il Santissimo Sacramento, protetto in segno di rispetto da un baldacchino prezioso, al canto di inni eucaristici popolari e tradizionali, offrendo incenso come atto di adorazione e preghiera.

Nelle parrocchie si organizzano spesso, in questo giorno, momenti di adorazione eucaristica: il tabernacolo viene aperto e l'ostia consacrata viene esposta per essere adorata: la fede del popolo di Dio riesce ad intravedere, oltre le specie del pane, la carne di Gesù Cristo, il Figlio di Dio.

In teologia, “transustanziazione” è il termine che indica la conversione della sostanza del pane nella sostanza del corpo di Cristo, e della sostanza del vino nella sostanza del sangue di Cristo, che avviene, durante la Santa Messa, al momento della consacrazione.

S. Tommaso d'Aquino ha sintetizzato, nel suo celebre inno “Lauda Sion Salvatorem”, questo mistero con parole semplici e lapidarie: “Un dogma è dato ai cristiani: il pane si trasforma in carne e il vino in sangue”.

Il Concilio Vaticano II ha dichiarato che L'Eucaristia è “fonte e culmine di tutta la vita cristiana” (Lumen Gentium, 11): tutto nasce da essa, tutto conduce ad essa.

Il Catechismo della Chiesa Cattolica aggiunge: “Tutti i sacramenti, come pure tutti i ministeri ecclesiastici e le opere di apostolato, sono strettamente uniti alla sacra Eucaristia e ad essa sono ordinati. Infatti, nella santissima Eucaristia è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa, cioè lo stesso Cristo, nostra Pasqua” (n. 1324).

Di queste due citazioni colpisce la frequenza con cui ricorre la parola “tutto”.

Il cibo del cammino

La liturgia della Parola ci parla oggi dell'Eucaristia secondo tre punti di vista. Nella prima lettura, il libro del Deuteronomio, ci offre il punto di vista dell'aiuto.

L'Eucaristia è stata, in qualche modo, prefigurata dal dono della manna, cioè da un cibo dolce, gradevole, nutriente e misterioso (la parola “manna” in ebraico significa “cos'è?”) che secondo i figli d'Israele scendeva dal cielo, ed era donato da Dio come aiuto nelle fatiche del cammino nel deserto. La manna è una anticipazione della carne di Cristo, allo stesso modo in cui l'acqua che sgorga dalla roccia è prefigurazione dell'acqua e sangue che sgorgheranno dal costato di Cristo sulla croce.

Il messaggio del Deuteronomio è chiaro: il cammino della vita è faticoso, segnato da prove, a volte anche da umiliazioni, in esso dobbiamo scoprire cosa abbiamo nel cuore, ciò che conta davvero nella nostra vita, dobbiamo decidere che scala di valori adottare. Possiamo scegliere liberamente che valore dare al cibo materiale e al cibo spirituale (la Parola di Dio).

Nel cammino della vita Dio ci dona il Pane della sua Parola e il Pane dell'Eucaristia: il primo è come una bussola, che ci orienta verso scelte giuste, il secondo è la forza che ci aiuta a compiere quelle scelte.

Nella seconda lettura San Paolo ci offre il punto di vista della comunione.

L'Eucaristia viene chiamata anche Comunione: quando i bambini la ricevono per la prima volta, si parla di “prima Comunione”. Alla prima, ne seguono molte altre.

La prima lettera ai Corinzi ci dice che, quando riceviamo l'Eucaristia, entriamo in comunione con Cristo, realmente presente in essa, con il suo corpo, sangue, anima e divinità. Diventiamo una sola cosa con Lui: riceviamo da lui la sua stessa vita, la sua capacità di amare e di vivere per gli altri e per Dio.

Se ci accostiamo al corpo e al sangue di Cristo con le dovute buone disposizioni, la nostra vita cambia a poco a poco, diventa gradualmente “eucaristica”, cioè un ringraziamento a Dio, un servizio agli altri, trasformandoci a sua immagine.

Questa comunione, cioè “unione-con”, avviene non solo con Cristo, ma anche con gli altri. “Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo: tutti infatti partecipiamo all'unico pane”.
Non ci può essere comunione senza la Comunione.

Nel Vangelo, Giovanni ci offre il punto di vista della vita eterna.

Questo argomento della vita eterna non è molto di moda oggi. Siamo attratti da tante cose materiali e abbagliati dalle luci di questo mondo. Non ci poniamo più la domanda: cosa succederà dopo la morte?

Il Credo cristiano - professione della nostra fede in Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, e nella sua azione creatrice, salvifica e santificante - culmina nella proclamazione della risurrezione dei morti alla fine dei tempi, e nella vita eterna. Noi fermamente crediamo e fermamente speriamo che, come Cristo è veramente risorto dai morti e vive per sempre, così pure i giusti, dopo la loro morte, vivranno per sempre con Cristo risorto, e che egli li risusciterà nell'ultimo giorno. Credere nella risurrezione dei morti è stato l'elemento essenziale della fede cristiana fin dalle sue origini.

Oggi questa fede è gravemente in crisi. “In nessun altro argomento la fede cristiana incontra tanta opposizione come a proposito della risurrezione della carne” scriveva S. Agostino (Enarratio in Psalmum, 88, 2, 5). E anche oggi è così.

“Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno” ci dice oggi Gesù nel Vangelo, e aggiunge subito dopo: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno”. L'ultima frase del brano del Vangelo che abbiamo ascoltato oggi, ripete ancora: “Chi mangia questo pane vivrà in eterno”.

Celebrando con fede questa solennità del Corpo e Sangue di Cristo, preghiamo Dio Padre, affinché l'Eucaristia sia sempre per noi la forza nel cammino a volte doloroso della vita, la comunione nelle difficoltà di relazione, la vita eterna quando giungerà il momento di passare da questo mondo al paradiso.

 

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