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TESTO Commento su Giovanni 6,51-58

padre Paul Devreux

Santissimo Corpo e Sangue di Cristo (Anno A) (14/06/2020)

Vangelo: Gv 6,51-58 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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51Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

52Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». 53Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. 54Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. 55Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. 56Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. 57Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. 58Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

Oggi festeggiamo il dono del corpo e del sangue di Gesù.

Poco dopo aver fatto la prima comunione, mia madre mi trovò un giorno in fondo alla chiesa e notò che con un dito toccavo tutti quelli che uscivano dalla messa. Tornando a casa mi domandò cosa stavo facendo. Dissi:”Toccandoli do loro Gesù”. Sbagliato? Direi carino. Era il bisogno naturale di trasmettere ciò che avevo ricevuto di bello.

Gesù ha ricevuto la vita dal Padre e desidera trasmettercela. Già nell'Esodo vediamo che Dio nutre il suo popolo con un pane nuovo, che non conoscevano. Un pane concreto, da mangiare, ma che rappresenta anche un nuovo modo di relazionarsi con la vita e con Dio. Non più una vita da schiavi, ma una vita donata. Il popolo fa fatica ad accogliere questo dono gratuito, perché è abituato a dover pagare tutto, e anche quando scopre questo Dio è diffidente, perché si domanda:”Cosa vuole questo da me? Attenti perché prima o poi ci presenta il conto!”.
Ci vuole una vita per convincerci che Dio da noi non vuole proprio niente. Eppure il gesto di Gesù è molto chiaro. Dice:”Io sono il pane vivo, disceso dal cielo... La mia carne è vero cibo, e il mio sangue vera bevanda”. E' come dire che ci dona tutto se stesso per aiutarci. Punta solo ad aiutarci, a nutrire la nostra vita di un pane che gli dia senso, che la renda bella, interessante. E' un pane che il mondo non conosce e che facciamo fatica a riconoscere, perché troppo gratuito.

Quando preparo i ragazzi alla prima comunione gli domando:”Avete mai mangiato qualcuno?” Poi con vari esempi gli faccio notare che sono cresciuti grazie ai genitori, che li hanno nutriti di tutto: cibo, affetti, educazione e tanto, tanto tempo. Quindi, in un certo senso, si sono lasciati mangiare da loro. Poi cerco di fargli vedere che anche loro, nelle loro amicizie, si nutrono l'uno dell'altro, ed è bello prenderne coscienza.
Allo stesso modo Gesù c'invita a nutrici della sua presenza e delle scelte di vita che ha fatto; principalmente quella di servire, per essere anche noi pane per chi ne ha bisogno.
Quando vengo in mezzo all'assemblea per ricevere l'Eucarestia, è come se dicessi a me e ai presenti:”Signore vieni a sostenere la mia vita e aiutami ad essere anche io un pane per gli altri”.
Questo è comunione con Cristo Gesù.

Buona Domenica.

 

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