TESTO Commento su Giovanni 21,20-25
don Giampaolo Centofanti Commento al Vangelo
Sabato della VII settimana di Pasqua (30/05/2020)
Vangelo: Gv 21,20-25
20Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». 21Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». 22Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». 23Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?».
24Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. 25Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.
Chissà quanti sentimenti in quella situazione. Pietro si era sentito dire da Gesù parole tra l'altro forse di martirio... Gesù invita Pietro ad abbandonarsi a Lui senza voler comprendere il futuro con la mente. Non servirebbe a nulla. Allo stesso modo il punto non è scrivere ogni minimo dettaglio della vita di Gesù. Non si tratta di nozioni ma di una Vita viva che porta ciascuno di noi in modo personalissimo. Per questo Gesù non ha scritto. I vangeli sono frutto delle prime testimonianze dal vivo a persone vive. E sempre necessitano di una traduzione al vivo, in situazioni specifiche.