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TESTO Commento su Col 1,24

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Lunedì della XXIII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (10/09/2001)

Brano biblico: Col 1,24 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 6,6-11

6Un altro sabato egli entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. 7Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo. 8Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati e mettiti qui in mezzo!». Si alzò e si mise in mezzo. 9Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?». 10E guardandoli tutti intorno, disse all’uomo: «Tendi la tua mano!». Egli lo fece e la sua mano fu guarita. 11Ma essi, fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.

Dalla Parola del giorno

Compio ciò che manca alle tribolazioni di Cristo nella mia carne.

Come vivere questa Parola?

E' questa la traduzione corretta del passo. Diversamente può sembrare che Paolo affermi una cosa assurda: l'incompiutezza ( e dunque un vuoto, una mancanza ) nella Passione di Cristo. No, essa ha tutta la misteriosa forza di ciò che Dio stesso ha promosso e, proprio come tale, essa è salvifica.

Però, nel suo amore immenso per noi, il Signore ha voluto che in essa fossimo talmente coinvolti da dare anche un nostro contributo che in Cristo, diventa corredentivo.

San Pietro giunge perfino a esprimere la gioia per il dolore vissuto con Cristo e per Cristo: " Quando avete parte alla Passione di Cristo, rallegratevi, affinché, anche quando si manifesterà la sua gloria, possiate essere nell'esultanza". E la beata Elisabetta della Trinità chiede di essere un "sovrappiù di umanità" per Gesù in modo tale che, anche attraverso le sue sofferenze, il Signore continui a esprimere la sua Passione che "guarisce" e salva l'uomo.

E' tanto profondo e consolante pensare che nulla del mio patire va perduto. Neppure un mio mal di denti, se lo offro al Padre con Gesù, senza enfatizzare il mio patire.

Oggi, nel mio ritorno al cuore, chiederò a Gesù la grazia di vivere insieme con Lui i miei momenti difficili (sia fisici che psichici e spirituali). Chiederò di viverli in unione strettissima al suo mistero di Croce che però si salda alla Resurrezione così fortemente da poter sprigionare, per me, la gioia. Sì, se l'amore è il fondo di tutto, anche soffrire per amore ha senso e sapore di gioia.

La voce di un pensatore russo
Ogni grande amore è necessariamente crocifisso.
Paul Evdokimov

 

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