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TESTO Commento su 1Ts 4,13-14

Casa di Preghiera San Biagio FMA   Home Page

Lunedì della XXII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (03/09/2001)

Brano biblico: 1Ts 4,13-18 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 4,16-30

16Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. 17Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:

18Lo Spirito del Signore è sopra di me;

per questo mi ha consacrato con l’unzione

e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,

a proclamare ai prigionieri la liberazione

e ai ciechi la vista;

a rimettere in libertà gli oppressi,

19a proclamare l’anno di grazia del Signore.

20Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. 21Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».

22Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». 23Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». 24Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. 25Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; 26ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova a Sarepta di Sidone. 27C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».

28All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. 29Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. 30Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

Dalla Parola del giorno

Non vogliamo lasciarvi nell'ignoranza circa quelli che sono morti, perché non continuiate ad affliggervi come gli altri che non hanno speranza. Noi crediamo infatti che Gesù è morto e risuscitato; così anche quelli che sono morti, Dio li radunerà per mezzo di Gesù insieme con Lui.

Come vivere questa Parola?

E' una parola che coltiva in noi la speranza teologale e anche il giusto culto dei morti. Quelli di Tessalonica, a cui Paolo sta scrivendo, rischiavano di vivere in modo angosciante l'attesa della parusia, come se l'ultima venuta di Gesù fosse all'insegna del terrore. All'apostolo delle genti sta a cuore che la vera fede ricomponga nella serenità coloro che vivono in maniera deviante e fanatica "l'ultimo giorno".

Attenzione a quell'esortazione sempre tanto attuale: "Non continuate ad affliggervi come gli altri che non hanno speranza". Chi erano gli altri? Evidentemente i pagani: coloro per i quali la morte era la tragedia di una fine senza scampo.

Ma bisogna chiederci: non esiste anche oggi un latente paganismo nel cuore e nella vita per cui il pensiero della morte (dei propri cari e quella che attende ognuno di noi) è un'orrida realtà da allontanare il più possibile, esorcizzandola in tutti i modi?

La chiave di volta del nostro sperare e ottenere in cuore un conforto più profondo di ogni distacco sta nel fatto che "Gesù è morto e risuscitato", e così anche noi tutti conosceremo come ultima realtà vincente la vita per sempre e la risurrezione.

Oggi, nel mio rientro al cuore, assaporerò questa parola così consolante dell'Apostolo e con lui più volte ripeterò quest'altra sua affermazione: "Saremo sempre con il Signore". Penserò inoltre a i miei cari defunti consegnandoli alla Misericordia di Dio, dentro un alone di speranza: sì, vi rivedrò! Siamo uniti per sempre: io, voi e saremo per sempre insieme al Signore.

La voce di un poeta
Un breve sonno
e ci destiamo eterni.
Non ci sarà più morte.
E tu morte, morrai.
John Donne

 

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