TESTO Commento su Luca 4,31-37
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Martedì della XXII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (04/09/2001)
Vangelo: Lc 4,31-37
31Poi scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. 32Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità.
33Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: 34«Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». 35Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male. 36Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». 37E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante.
Dalla Parola del giorno
Gesù discese a Cafarnao, una città della Galilea, e il sabato ammaestrava la gente. Rimanevano colpiti dal suo insegnamento, perché parlava con autorità.
Come vivere questa Parola?
L'autorità e l'autorevolezza non è da confondersi col potere. C'è gente che ha potere ma non ha autorità perché quest'ultima è un fatto interiore alla persona, è la sua forza di ordine spirituale.
L'autorità poi di Gesù è sorprendente per due motivi. Anzitutto Egli non appoggia il suo parlare e operare a quello che hanno detto o fatto prima di lui. Mentre i rabbini, in Israele, continuamente cercavano la conferma del loro dire riferendosi alla Tradizione, cioè a quel che era stato detto prima di loro. Gesù non solo non si appoggia a quello che hanno detto altri ma a volte addirittura sovverte! "E' stato detto... ma io vi dico". Ed è sempre nella direzione di un insegnamento purificato da incrostazioni socio-culturali, un insegnamento il suo più elevato e luminoso di amore.
Il secondo motivo è che l'autorevolezza della sua persona trova conferma e verifica nell'efficacia del suo parlare e operare. Nel Vangelo odierno quei due brevi imperativi: "Taci, esci" rivolti al demonio, che angariava un uomo, hanno immediato potere liberatorio.
Oggi, nel mio rientro al cuore, mi concedo la gioia di un'intima sosta per contemplare la Persona di Gesù. Lo sento dire anche al demonio dell'ansia, delle preoccupazioni o dei pensieri negativi che a volte mi abitano: "Taci, esci". Ascolto questa Parola nella mia fede che chiedo diventi sempre più ammirata fiducia in Gesù mia SALVEZZA, già qui e ora. E so di poter così diventare quello che dice S. Paolo nella prima lettura: "Figlio del giorno, figlio della luce".
La voce di un grande dottore della Chiesa
Dovunque e sempre cercate la Presenza di Cristo. Dovunque e sempre la troverete: per diritto o nel rovescio del tessuto della storia. Dove non arriva la dottrina dei sapienti e la chiarezza dell'esplicito giunge invece l'autorevolezza dell'uomo-Dio di Nazareth.
S. Agostino d'Ippona