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TESTO Commento su Giovanni 10,1-10

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IV Domenica di Pasqua (Anno A) (03/05/2020)

Vangelo: Gv 10,1-10 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 10,1-10

1«In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. 2Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. 3Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. 4E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. 5Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». 6Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.

7Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. 8Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. 9Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. 10Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza.

Gesù fa esempi un po' strani per aiutarci a capire chi è Dio e come e quanto ci vuole bene!

Dobbiamo pensare che Lui usava esempi legati al suo tempo, tempo in cui quelli che lo ascoltavano erano pastori, contadini, allevavano gli animali o facevano i pescatori. Così nei suoi racconti si parla di pecore, pastori, campi, pesci e barche...

Probabilmente se fosse nato in questi anni, parlerebbe di GIGA, di cellulari, di giochi elettronici, di cuffie che comunicano senza fili... magari ci racconterebbe di un gruppo di ragazzini che giocano al computer e non di un gregge di pecore.

Ma ci possiamo adattare comunque, aggiorniamo il racconto del Vangelo di oggi. Un gruppo di ragazzini che vivono - in questo periodo di pandemia chiusi in casa - e crescono. Ogni giorno si trovano a fare delle scelte, alcune facili (quale maglietta indosserò oggi per fare lezione on line?), alcune invece più difficili (Sarà il caso di pregare oggi visto che Dio non fa nulla per farci uscire da questa situazione?), alcune che guardano al futuro (chissà quando ritorneremo in giro per le strade o al parco a giocare?), altre più immediate (arriverò a sera senza fare a botte con mio fratello?).

In questo crescere abbiamo delle guide - i pastori del racconto di Gesù - che vogliono il nostro bene, che certe volte devono insistere per farci fare alcune fatiche che non vogliamo proprio accettare, che a volte devono dirci di no... insomma quei pastori che conducono le pecore nell'ovile quando ci sono dei pericoli.

Nel racconto di Gesù, poi, di chi si parla? Di ladri e furfanti! Quelli ci sono anche oggi, non serve cambiare i loro nomi per identificarli: sono tutte quelle persone (e con internet a volte sono solo messaggi e non vediamo chi ci sta dietro) che cercano di portarci lontano dal bene. Chi ci inganna, chi ci dà false notizie, chi cerca di convincerci a fare ciò che è male, chi non ci stimola ad aiutare chi chiede aiuto, chi cerca di convincerci che restare a casa vuol dire dormire, guardare la TV e fare finta di studiare anziché impegnarci in mille modi per imparare e aiutare chi vive con noi. Potremmo fare mille esempi, ma spesso sappiamo riconoscere chi non vuole il nostro bene, solo che non li chiamiamo furfanti perché ci fa comodo.

Adesso arriva la parte di Gesù. Cosa fa Gesù nella storia? Non è un ladro, né un lupo; non è una pecore e nemmeno un pastore. Gesù è la PORTA dell'ovile. Cioè? Come fa a fare la porta? E poi per noi oggi, cosa vuol dire?

Innanzitutto dobbiamo cogliere una notizia bellissima: Gesù fa la porta per passare attraverso di Lui e questo significa che vuole vederci tutti USCIRE! In questo tempo difficile capiamo bene la bellezza di questo verbo: USCIRE! Bisognerà farlo con cautela: dovremo uscire dalle nostre case seguendo leggi e restrizioni, ricordando guanti e mascherine. Ma non è tutto. Gesù ci chiede di uscire cioè di vivere - dentro e fuori casa - di fare le nostre scelti di tutti i giorni, di affrontare ogni momento della giornata passando attraverso di Lui.

Che cosa succede se passiamo in mezzo ad un getto d'acqua? Ci bagniamo! E se poi passiamo attraverso un soffiatore di aria calda? Probabilmente possiamo immaginare che ci ritroveremo caldi e asciutti. Passare attraverso il fuoco ci brucerebbe - ecco perché non ci proviamo nemmeno! - passare in mezzo tra due casse che "pompano" musica a volume altissimo, ci farebbe uscire sordi e frastornati.
E passare attraverso Gesù? Come si fa e che cosa ci succede?

Quando ci svegliamo la mattina, facciamo il segno della croce e salutiamo Gesù; il giorno della festa della mamma recitiamo un'Ave Maria pensando a lei; se dobbiamo prendere una decisione non troppo facile chiediamoci cosa avrebbe fatto Gesù al posto nostro; quando ci accorgiamo di non essere soli, sorridiamo, ringraziamo, diciamo "ti voglio bene" alle persone che amiamo; se qualcuno ha bisogno di aiuto non tiriamoci indietro facilmente; se abbiamo un compito facciamo sempre del nostro meglio. Ecco come si fa a passare attraverso Gesù. Dobbiamo cercare di fare come Lui avrebbe fatto al posto nostro. Se siamo incerti, ricordiamoci dei pastori della nostra vita: non solo i preti o le suore, ma mamma e papà, i nonni, zii, maestre,... chi vuole davvero vederci felici!

Se ci pensiamo bene è facile adesso, capire che cosa succede a chi non scavalca il recinto o rompe dei pali per uscire ma passa attraverso la porta Gesù: vivrà giorni felici ed altri meno, dovrà affrontare gioie e dolori, si ammalerà, guarirà, giocherà, avrà degli amici e incontrerà anche dei nemici,... ma si sentirà sempre forte, felice, capace di farcela, sicuro di vincere! Perché SE PASSIAMO DA GESU' VINCEREMO LA MORTE E VIVREMO PER SEMPRE!

Ricordiamo allora sempre di cercare la porta per uscire, non affatichiamoci a trovare altre uscite di fortuna, perché nessuna può darci la certezza di vivere né tanto meno di essere felici!
Commento a cura di Mara Colombo

 

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