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TESTO Il pastore

padre Paul Devreux

IV Domenica di Pasqua (Anno A) (03/05/2020)

Vangelo: Gv 10,1-10 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 10,1-10

1«In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. 2Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. 3Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. 4E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. 5Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». 6Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.

7Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. 8Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. 9Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. 10Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza.

La differenza tra Gesù e il ladro è che uno dà, l'altro toglie. In ognuno di noi c'è un guardiano, un istinto, che mi dice:" fidati o non fidarti". Per esempio, se mi arriva la telefonata di un call center, il mio istinto mi dice: "non ti fidare".
Gesù sta parlando nell'ambito religioso. Il recinto di cui parla è quello del Tempio. Oggi può essere qualsiasi pratica religiosa che penso di dovere osservare per essere salvato. Questo è il frutto dell'immagine di un Dio che è buono solo se rispetto i suoi precetti.
Gesù viene nei nostri recinti, nelle paure, nelle schiavitù, nelle dipendenze, per aprirci gli occhi e portarci fuori, dove c'è spazio e erba in abbondanza.
Riconosco che è Lui a guidarmi quando capisco che la sua è una proposta gratuita, che punta alla mia e nostra felicità. Quando è cosi, il pastore non ha bisogno di starci dietro col bastone per spingerci, né dei cani per inquadrarci, perché lo seguiamo volentieri, come il popolo seguiva Mosè per uscire dall' Egitto.
Se scelgo Gesù come pastore ricevo il dono del suo amore e la voglia di diventare anche io un dono per gli altri. Questo può colmare la mia vita e può trasformare qualsiasi lavoro in vocazione, n un occasione per amare e quindi realizzarmi.
Gesù ci chiama, uno per uno, per nome! Questo per me è il più grande mistero della fede.

Oggi la Chiesa sta vivendo un periodo di cambiamento bellissimo. Stiamo passando da un gregge inquadrato dalla paura di non salvarsi, e dal quale sono scappati in tanti, ad un gregge che segue volentieri il Signore perché percepisce che Lui è venuto per darci la vita, la sua vita.
Sono felice di aver scoperto e di poter parlare di un Dio così gratuito, che non ci chiede nulla e che desidera solo aiutarci. Contento quando siamo contenti e preoccupato se non lo siamo.
Un Dio che ci ama cosi, lo seguo volentieri.

Buona domenica.

 

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