TESTO Commento Luca 5,1-11
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Giovedì della XXII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (01/09/2005)
Vangelo: Lc 5,1-11
1Mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, 2vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. 3Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
4Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». 5Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». 6Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. 7Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. 8Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». 9Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; 10così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». 11E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
Dalla Parola del giorno
Prendi il largo e calate le reti.
Come vivere questa Parola?
Pietro e i suoi compagni sono reduci da una nottata di inutile fatica. Ora sono a riva a lavare le reti. È tempo di battere in ritirata. E invece no! Ecco Gesù salire sulla barca del pescatore e chiedere di "prendere il largo e calare le reti". Sarà un ottimo predicatore, ma certo incompetente per quanto concerne i tempi di pesca! Nonostante tutto Pietro ha il coraggio di dargli credito, ed ecco le reti traboccare di pesci. Un episodio che mostra in Gesù "il" Maestro onnipotente, l'unico sulla cui parola si possa sempre "gettare la rete". Un invito alla fiducia, ma soprattutto alla speranza. E quanto bisogno ce n'è oggi, in un tempo di appiattimento e relativismo che sembra voler seppellire definitivamente ogni valore! "Prendi il largo": è l'invito che Gesù continua a rivolgere alla sua Chiesa, a ciascuno di noi. Non fare l'imboscato. Abbi il coraggio di vivere in pienezza il tuo cristianesimo. Proclama, con la testimonianza e con la parola, i valori che danno senso e pienezza alla tua vita. Sì: "getta le reti" verso tanti fratelli che rischiano di rimanere travolti dalle acque del "non-senso". Aiutali ad uscire dalla notte e ad accogliere la luce di Cristo. La tua speranza riaccenda la loro e li renda capaci di cogliere i bagliori del "nuovo" giorno nei fermenti di bene che distinguono i nostri tempi. Se la violenza sembra imporre la cultura del terrore e della morte, se il materialismo sembra soffocare il grido dello spirito, non mancano persone che hanno il coraggio di tentare l'avventura di una vita improntata a semplicità, autenticità, dono. È segno che Gesù è ancora sulla nostra barca. E allora perché non "prendere il largo"?
Oggi, nel mio rientro al cuore, visualizzerò Gesù che sale sulla mia barca e mi invita a riaccendere in me la speranza. Alla sua luce cercherò poi di individuare quanto c'è di positivo in me e attorno a me.
Aiutami, Signore, a comprendere che la speranza è il banco di prova della fede, e a mantenerla desta quando l'orizzonte si oscura e la tentazione di "ritirare i remi in barca" si fa pressante.
La voce di un Papa
"Duc in altum!". Andiamo avanti con speranza! Il nuovo millennio si apre davanti alla Chiesa come oceano vasto in cui avventurarsi, contando sull'aiuto di Cristo. Il Figlio di Dio [...] compie anche oggi la sua opera: dobbiamo avere occhi penetranti per vederla, e soprattutto un cuore grande per diventarne noi stessi strumenti.
Giovanni Paolo II