TESTO Commento su Matteo 21,28-32
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Martedì della III settimana di Avvento (16/12/2003)
Vangelo: Mt 21,28-32
Dalla Parola del giorno
In verità vi dico: "I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio».
Come vivere questa Parola?
Si è appena consumata una controversia tra Gesù e i sommi sacerdoti che insieme agli anziani del popolo, in malafede, lo avevano interpellato sulla sua autorità. Al rifiuto di rispondere da parte di Gesù, segue una parabola attraverso cui Egli dimostra cosa significhi essere veramente docili nei riguardi di Dio e dunque in cosa consista la vera autorità. La parabola è costruita sul confronto tra due fratelli. Il confronto diventa poi paradossale, addirittura scandaloso, nella conclusione, dove si afferma che le persone palesemente ingiuste sono da preferire a quelle ritenute giuste. Un padre chiede ai suoi due figli di andare a lavorare nella vigna. Il primo, subito pronto nel dire a parole: "Sì, signore", non ci va. Il secondo a primo acchito si rifiuta, poi, pentitosi, s'incammina verso la vigna. "Chi dei due fa la volontà del padre?" - chiede Gesù ai suoi interlocutori, volendo con ciò indurli a far verità in se stessi. "L'ultimo" – rispondono. L'allusione è chiara: c'è chi crede di essere giusto ostentando un'obbedienza solo formale alla legge, sterile, come il fico maledetto che non dà frutti di conversione; e c'è chi, invischiato magari fino al collo nel peccato, si pone dinanzi a Dio con cuore contrito e rinasce sul perdono ricevuto. Quest'ultimo, fin da subito, – precisa Gesù - passa avanti nel regno di Dio.
Una provocazione per noi che a volte, dietro la maschera dell'immediato "Sì, Signore", nascondiamo una resistenza ostinata alla sua volontà, un atteggiamento sfuggente dettato dall'io orgoglioso e ribelle. Non illudiamoci! Anche quando in pratica facciamo quel che dice la legge, mancando di cuore e di amore, siamo disobbedienti. E il sentirsi giusti è un'aggravante che mostra lo spessore della nostra durezza.
Nella mia pausa contemplativa oggi mi metterò a nudo dinanzi alla Parola perché neutralizzi in me i veleni dell'insincerità e dell'ostentazione. Questa la mia preghiera:
Al sì delle mie labbra, corrisponda sempre, Signore, l'assenso del cuore, subito pronto a invocare il perdono se lungo i giorni si schiude ai miei occhi la consapevolezza d'aver disobbedito ai tuoi comandi.
La voce di un biblista
"Fare la volontà del Padre" significa riconoscersi figlio e vivere da fratello. Questo è possibile a chi si converte; ma si converte solo chi sente il disagio del proprio male. Ecco: Gesù viene per compiere un giudizio: perché chi è cieco veda e chi crede di vedere veda la propria cecità.
Silvano Fausti