TESTO Commento su Matteo 4,1-11
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I Domenica di Quaresima (Anno A) (01/03/2020)
Vangelo: Mt 4,1-11
In quel tempo, 1Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. 2Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. 3Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». 4Ma egli rispose: «Sta scritto:
Non di solo pane vivrà l’uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».
5Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio 6e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti:
Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo
ed essi ti porteranno sulle loro mani
perché il tuo piede non inciampi in una pietra».
7Gesù gli rispose: «Sta scritto anche:
Non metterai alla prova il Signore Dio tuo».
8Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria 9e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». 10Allora Gesù gli rispose: «Vattene, Satana! Sta scritto infatti:
Il Signore, Dio tuo, adorerai:
a lui solo renderai culto».
11Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.
COMMENTO ALLE LETTURE
Commento a cura di Rocco Pezzimenti
1. Il Vangelo ci richiama a uno degli aspetti più vicini a noi della vita di Gesù. Come ogni essere umano è stato tentato dal demonio che però, non solo è respinto, ma si mostra incapace di avere ogni prevalenza sul Salvatore. Si parla di quaranta giorni e quaranta notti a significare che il digiuno del Cristo fu rigoroso e completo. Di solito, per gli orientali, i vincoli del digiuno terminavano al tramonto. Per questo la prima tentazione riguarda proprio la fame ed è presentata rifacendosi a quanto è stato detto poco prima nel Battesimo. “Se sei il Figlio di Dio...”. Da qui la risposta, che scarta subito ogni equivoco di tipo materiale: “Non di pane soltanto vive l'uomo...”. A ribadire l'obiettivo trascendente della vita.
2. Il demonio non si rassegna. Vuole che il Signore sfidi le forze della natura e che riporti una vittoria su di esse. Dal pinnacolo del tempio dice: “Gettati giù...”. Ma Gesù non farà mai miracoli perché il prodigio sia fine a se stesso. Sono gesti di carità nei quali c'è sempre lo scopo di accrescere la fede al fine della salvezza. Il diavolo non può capire. Infine la tentazione del potere. Mostra tutti i regni del mondo e la loro fastosità aggiungendo: “Tutto questo ti darò se prostrato mi adorerai”. Cristo scaccia il demonio con una frase che dovrebbe essere un monito per tutti noi: “Il Signore tuo Dio adorerai e a lui solo renderai culto”. Potere e denaro sono, però, ancora oggi oggetto di culto di tanti credenti.
3. Il Signore ha voluto essere un uomo vero umiliandosi anche nelle tentazioni. Matteo ci riferisce, come Luca, delle tre tentazioni maggiori, ma l'altro evangelista aggiunge: “E il diavolo, esaurita ogni specie di tentazione, si allontanò da lui fino al tempo opportuno”. Il Cristo ha quindi provato tutte le tentazioni possibili e le ha respinte. Solo così ha voluto mostrarsi come il nuovo Adamo per riportare la completa vittoria sul male e tracciare la via della salvezza. La sua è la nostra corona della vittoria. Non a caso arriveranno gli angeli a servirlo. Il re dei re che si è sottoposto alle tentazioni dopo aver condiviso il battesimo di Giovanni per i peccatori in cerca di conversione. Egli che proporrà un nuovo battesimo.
4. San Paolo, da par suo, ci dà una visione teologica delle tentazioni. “È vero, per opere di un solo uomo il peccato entrò nel mondo e attraverso il peccato la morte”. Il Cristo con la sua presenza terrena combatte l'uno e l'altra e vince su entrambi. Per vincere il peccato non poteva bastare la legge in quanto il “peccato non viene imputato quando non c'è una legge”. Per andare oltre la legge e vincere il peccato ci voleva un dono straordinario che solo Dio può fare agli uomini: la sua grazia.
5. Questo dono è venuto da Gesù Cristo. E se il peccato ha portato una condanna, “l'opera della grazia che venne dopo tante colpe si conchiuse con la giustificazione”. Per san Paolo il peccato di Adamo è la radice di tutte le colpe che seguirono, ma la grazia del Salvatore redime tutto perché si fa umile per noi. “Per la disobbedienza di un solo uomo gli altri furono costituiti peccatori, per l'obbedienza di uno solo gli altri sono costituiti giusti”.