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TESTO Una domanda attuale che chiede risposta

mons. Antonio Riboldi

XXI Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (21/08/2005)

Vangelo: Mt 16,13-20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 13Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». 14Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». 15Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». 16Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». 17E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. 18E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. 19A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». 20Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.

Ci sono domande che, fatte a bruciapelo, toccano le verità più profonde, creano imbarazzo perché chiedono una risposta che esige di scavare nel fondo della coscienza là dove ha sede la verità.

Gesù aveva scelto i suoi perché "stessero con Lui per poi mandarli" come avvenne ieri, nei secoli ed oggi e sempre. Condivideva con loro tutto.

E deve essere stata una esperienza che tutti avremmo voluto fare in questa vita. Ma sapevano veramente chi era Colui che li aveva chiamati e scelti? Con una continuità da vero Maestro, incideva nella loro memoria fatti e parole, che erano il "libro di Dio", ossia quel libro da cui ciascun uomo può leggere il senso ed il valore della vita in Dio.
Ma chi era Gesù?

"Gesù, racconta Matteo, essendo giunto nella regione di Cesarea di Filippo, chiese ai suoi discepoli: "La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?" Risposero: "Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei Profeti". Disse loro: "Voi chi dite che io sia?" Rispose Simon Pietro: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente". E Gesù: "Beato te, Simone, figlio di Giona, perché non la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io ti dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa" (Mt 16,13-20).

Facesse oggi la stessa domanda a me, a chi dice di essere di Cristo, ossia cristiano: "Per te, chi è Cristo?"

Io risponderei che è il senso della mia vita, il mio grande amico che possiede nell'amore che ha per me, tutta la felicità possibile, in cielo e in terra, un amico a volte difficile perché mette a prova l'amicizia. E direi, forse per la vocazione che ho, per la scelta che Lui ha fatto di me, che se non ci fosse Lui riterrei la vita un vaso vuoto o pieno di illusioni, senza quella felicità che viene da chi è amore e ti ama.

Ho incontrato tanti santi, ma tanti, ed ho avuto la fortuna di godere della loro amicizia. E' impossibile descrivere chi è Gesù per loro. Puoi leggere la risposta negli occhi che sono come un cielo spalancato.

Ho incontrato tanti, ma tanti, che lottano per essere di Cristo nella vita e sono come un libro su cui tentano di scrivere il Vangelo con le azioni e a volte il libro sanguina per la durezza dell'essere di Cristo ed altre ha macchie che sono la debolezza umana che va fuori riga dal Vangelo.

Ed è facile oggi incontrarsi con fratelli che, almeno in apparenza, sembra che per loro Cristo conti poco nella vita. Conta forse la corsa al potere, al danaro, al piacere, ad altro, che davvero svuota il cuore rendendo la vita un pericoloso viaggio nella morte. Ma c'è chi Gesù lo cerca, dopo magari averLo ignorato.

Ricordo l'incontro con un giovane. Non varrebbe forse la pena di raccontarlo se non fosse un efficace pensiero sul Vangelo di oggi, libro della VITA.

Chi mi stava davanti era un giovane sui 25 anni che aveva fatto la drammatica esperienza della violenza. Non sapeva neppure lui la ragione delle sue scelte. "Forse la mia giovinezza irrequieta, forse la mia voglia di lottare contro questa società, o di uscire dal sentirsi "pecore" che camminano senza pastore e senza nemmeno sapere dove vanno: forse la mia mancanza da piccolo di chi mi fosse guida nella fede che conduce a Dio...Non lo so. Da lei ora vorrei una mano per trovare risposta ad un problema che per me è diventato il grande problema della vita, ossia chi è Cristo per me e cosa può dare alla mia vita la sua presenza. Vorrei essere cristiano nel pieno senso della parola: vorrei capire cosa voglia dire "essere di Cristo". Ho letto casualmente che S. Paolo afferma di sé "per me vivere è Cristo". Voglio conoscere Cristo che ora mi attrae. Ma chi è Cristo che nonostante i miei sbagli, anzi forse quando sei a terra e ti vien voglia di morire, ti si fa vicino e cerca la tua mano? Ma Chi è Costui che ha questa attrazione sull'uomo, fino a fargli capire che senza di Lui non si può vivere né felicemente, né decentemente, ma con la nausea che provi quando ti trovi di fronte a una merce avariata?"

Sgranava queste riflessioni con il tono di una preghiera. Ed ogni parola era come una domanda sussurrata, che si rivolge non sai a chi. Una domanda che però ha bisogno di una risposta perché quella risposta, e solo quella risposta, è la vita di questo giovane.

Lo fissai nel volto, che appariva come uno scenario drammatico che trasmette delusioni e desideri. Faceva persino meraviglia che questa domanda venisse da un giovane in cui, fino a poco tempo prima, vi erano ben altri sentimenti e ben altre parole.

Mi ricordava un grande convegno sulla droga. C'era una vera folla di giovani che si chiedevano "droga che fare?" Una domanda in cerca di una risposta che fosse come la via di uscita da un tunnel che fa morire. Furono tante le parole, le spiegazioni che non riuscivano a dissipare la fitta coltre di nebbia che era nelle anime. Ad un certo punto, davanti ad una assemblea con tante domande senza risposta, si alzò un giovane, chiese la parola, e, in un silenzio impressionante disse: "Quante domande senza risposta...quando la risposta c'è ed è unica: la risposta al nostro dramma è Cristo, Figlio di Dio, di cui nessuno ha fatto cenno". Calò un incredibile silenzio sulla assemblea. Nessuno osò contestarlo. Si sciolse anzi e tutti si portarono la proposta: "Ma può essere Cristo la risposta ai nostri mali?" "Chi è Cristo?" risposi a quel giovane che mi interrogava. E' semplicemente il Figlio che Dio, il Padre, per un incredibile, immenso amore per noi ha mandato tra noi, sacrificandoLo per liberarci dalla nostra grettezza di animo, dai nostri errori di cui non ci rendiamo conto, dalla nostra stupida e crudele violenza, dal nostro guscio fatto di superficialità, e così entrare in comunione con il mondo del Padre, che è vera vita, gioia, serenità, voglia di fare tanto bene, come a seminare luce in un mondo di tenebre. E tutto questo per chi Lo accoglie, per chi Gli crede, per chi Lo ama.

Ora quel giovane, nel nome di Cristo, sta seminando amore in terra di missione, felice di amare. "Ho incontrato Cristo e sono felice" mi scrive.

E' l'esperienza di tanti, credetemi, che riescono ad avere il dono della fede. Viene spontaneo pregare con Paolo VI che in un discorso così si espresse: "O Cristo, nostro unico mediatore, tu ci sei necessario, per venire in comunione con Dio Padre, per diventare con te, che sei Figlio unico e Signore nostro, suoi figli adottivi.

Tu ci sei necessario, o solo e vero maestro delle verità recondite della vita, per conoscere il nostro essere e il nostro destino e la via per conseguirLo.

Tu ci sei necessario, o Redentore nostro, per scoprire la nostra miseria e per guarirla; per avere il concetto del bene e del male e la Speranza della santità, per deplorare i nostri peccati è averne il perdono.

Tu ci sei necessario, o fratello primogenito del genere umano, per ritrovare le ragioni vere della fraternità fra gli uomini, i fondamenti della giustizia, i tesori della carità, il bene sommo della pace.

Tu ci sei necessario, o grande paziente dei nostri dolori, per conoscere il senso della sofferenza e per dare ad essa un valore di espiazione e di redenzione.

Tu ci sei necessario, o Cristo, vincitore della morte, per liberarci dalla disperazione e dalla negazione e per avere certezze che non tradiscono in eterno.

Tu ci sei necessario, o Cristo, o Signore, o Dio-con-noi, per imparare l'amore vero e per camminare nella gioia e nella forza della carità, lungo il cammino della nostra via faticosa fino all'incontro finale con te amato, con te benedetto nei secoli" (Paolo VI, discorso 10 febbraio 1971).

Sembrano queste parole fare eco a quelle che il S. Padre, Benedetto XVI, disse all'inizio del suo pontificato: "In questo momento il mio ricordo ritorna al 22 Ottobre 1978 quando Giovanni Paolo II iniziò il suo ministero qui sulla piazza di S. Pietro. Ancora e continuamente mi risuonano nelle orecchie le sue parole di allora: "Non, abbiate paura, aprite, anzi spalancate, le porte a Cristo!"

Il Papa parlava ai forti, ai potenti del mondo, i quali avevano paura che Cristo portasse via qualcosa del loro potere, se lo avessero lasciato entrare e concesso la libertà della fede. Sì, egli avrebbe certamente portato via qualcosa, il dominio della corruzione, lo stravolgimento del diritto, dell' arbitrio. Ma non avrebbe portato via nulla di ciò che appartiene alla libertà dell' uomo, alla sua dignità, alla edificazione di una società più giusta...E ancora una volta il Papa voleva dire: no! solo nella amicizia con Gesù si spalancano le porte della vita. Solo in questa amicizia noi sperimentiamo ciò che è bello e ciò che libera. Così oggi, io vorrei, con grande convinzione, a partire da una lunga vita personale, dire a voi: "non abbiate paura di Cristo! Egli non toglie nulla e dona tutto. Chi si dona a Lui riceve il centuplo. Sì, aprite, spalancate le porte a Cristo e troverete la vera vita" (dal discorso di inizio del pontificato).

E sarebbe bello fare nostre le parole dei santi, di quanti in questo momento in tutto il mondo, in diverse realtà, vocazioni o situazioni, vivono la gioia dell'amicizia di Cristo.

A una domanda che feci a mia mamma, un giorno, perché la vedevo sempre serena, nonostante tutto, vivendo una vita che sembrava ininterrotta preghiera: "Mamma, ma chi è Gesù per te?" "Tutto" mi rispose. E sarebbe bello fosse la risposta dei miei lettori e mia.

 

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