TESTO Commento su Nm 6, 22-27; Sal 66; Gal 4,4-7; Lc 2,16-21
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Maria Santissima Madre di Dio (01/01/2020)
Vangelo: Nm 6, 22-27; Sal 66; Gal 4,4-7; Lc 2,16-21
In quel tempo, [i pastori] 16andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. 17E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. 18Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. 19Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. 20I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
21Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.
“Ma quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge...”
“Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore”.
Due passaggi biblici che rivelano tutta la “umanità” di colei che, nella consecutio temporum (articolazione logica dei tempi) della cristianità cattolica, è definita “Madre di Dio”, la cui umana virtù è quella di “custodire e meditare” nel suo cuore l'incomprensibile, in un continuo Sì alla volontà di Colui che tutto può.
Qui viene in soccorso, per quanto detto, lo splendido testo della Divina Commedia ove - nel Purgatorio, scandito dalle sette balze dove vengono purificati i sette vizi capitali, in ordine di gravità decrescente - il primo, tra gli esempi di virtù proclamati, è sempre quello di Maria che, con la sua umiltà contrapposta alla superbia, la sua generosità all'invidia, la sua mitezza all'ira, la sua sollecitudine all'accidia, la sua povertà all'avarizia, la sua sobrietà alla gola e la sua castità alla lussuria, costituisce una vera tappa pedagogica che, sulla scia delle scarne citazioni evangeliche (tra cui dominano l'episodio dell'Annunciazione e quello delle nozze di Cana), fornisce alle anime una medicina spirituale e un efficace modello liberatorio.
Non dimentichiamoci poi anche la lettera ai Galati con quel “Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge...”per ricordare che l'incarnazione non è un fatto soprannaturale, tipo tre metri sopra il cielo, ma di molto terreno, direi carnale (donna) così bene descritto nei versetti danteschi, nei quali di Maria viene poi evidenziato il calore materno di quel ventre che ha permesso la pacificazione tra terra e cielo e quindi la nascita del paradiso stesso (Maria l'incubatrice della salvezza!). Maria, il sole di carità per i beati, la fontana di speranza per gli uomini, è tanto grande che chi vuole ottenere una grazia e non ricorre a lei, è come se tarpasse le ali al suo desiderio:
“Vergine Madre, figlia del tuo figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d'etterno consiglio, tu sé colei che l'umana natura nobilitasti sì, che 'l suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura. Nel ventre tuo si raccese l'amore, per lo cui caldo ne l'etterna pace così è germinato questo fiore. Qui sé a noi meridïana face di caritate, e giuso, intra ' mortali, sé di speranza fontana vivace.”
Piace, prima di concludere questa breve riflessione, richiamare ancora la Divina Commedia, là ove Maria è infatti, la Grazia preveniente, la cui “benignità non pur soccorre/ a chi domanda, ma molte fiate/ liberamente al dimandar precorre.” (Paradiso XXXIII,16-18), che si accorge dello smarrimento di Dante nella selva del peccato; è lei la “Donna [...] gentil nel ciel che si compiange”, che ha misericordia di Dante riuscendo, con la sua compassione materna, ad attenuare addirittura la giustizia divina: “sì che duro giudicio là su frange,” espressione che forse riecheggia Proverbi 25, 15 “ et lingua mollis confringet duritiam”.
Il ruolo di Maria è quindi decisivo: senza di lei non ci sarebbe la Divina Commedia che Dante ha il “compito” di scrivere per permettere anche a noi di salvarci, viaggiando all'interno delle nostre coscienze, per conoscerci e crescere spiritualmente; senza di lei, senza la sua adesione al progetto divino nell'Annunciazione, il Paradiso sarebbe abitato solo da angeli e nell'Empireo non ci sarebbe la rosa dei beati e dei santi, fiore e frutto della Resurrezione di Cristo.
Ave Maria, piena di grazia...quella grazia che nel nostro quotidiano Maria ci dona perché ognuno di noi, come singolo, come coppia, come famiglia, come comunità, si abbia nella relazione, mitezza, ascolto, silenzio, attenzione, pazienza, sopportazione, meditazione, fede, speranza, carità...in poche parole una relazione d'amore per costruire una vita e una società di Pace, con Pace, in Pace, in Nostro Signore Gesù Cristo,
Domanda
- Maria, SS. Madre di Dio, quale riferimento è per la mia vita?
- Come singolo, come coppia, come famiglia, come comunità nella relazione riesco a praticare le virtù di Maria, SS. Madre di Dio?
Claudio Righi - CPM di Pisa