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TESTO In questa notte ci avvolge la Gioia

don Mario Simula   ufficio catechistico diocesi di Sassari

Natale del Signore - Messa dell'Aurora (25/12/2019)

Vangelo: Lc 2,15-20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 2,15-20

15Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un l’altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». 16Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. 17E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. 18Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. 19Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. 20I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.

In questa notte, sospesa in un mistero che ancora non riusciamo ad afferrare, il nostro cuore sussulta come se qualcosa di particolarmente grande stesse attraversando le vie del mondo, le strade dell'universo, i labirinti di ogni cuore. Forse iniziamo a capire la bella notizia che il Cielo ci porta: è una notizia di gioia.
Perché il mondo, ogni uomo, ogni creatura vivente, deve tripudiare di gioia?
Ci è nato un bambino. Il Figlio di Dio che diventa Carne come la nostra. L'amore indicibile che diventa amore per i nostri occhi, per le nostre mani, per le nostre orecchie, per la fragranza del suo profumo, Dio uno di noi. Dio come noi.
In questa notte, la gioia che divampa nel nostro cuore diventa visibile, diventa palpabile, la si può ascoltare, la si può gustare. In questa notte ci ritroviamo insieme per cantare le meraviglie di Dio.
Le nostre chiese devono vibrare di gioia. Se Dio è a portata di mano, se Dio è dentro di te, se Dio ti ha scelto, se Dio ha fatto dei poveri la sua dimora, se Dio non ha avuto paura di abitare nella casa di questa comunità, la gioia deve erompere come una sorgente che zampilla.
Gioisce la Madre fino a ieri fontana sigillata, oggi oceano che riversa sul mondo flutti di gioia. Gioisce Giuseppe incredulo con i suoi occhi da semplice, eppure certo che quel bambino è Dio Carne come la sua. Corrono pieni di gioia i pastori. Non sanno ancora nulla, non hanno ancora visto nulla, ma la gioia mette le ali al loro cuore e corrono per vedere un bambino. Il Figlio di Dio Bambino. Dio a misura di bambino. Dio come ogni bambino.
La gioia deve irrompere nelle nostre comunità. Che senso avrebbero i volti tristi, gli sguardi stanchi, le parole dure. Siamo qui per la gioia. Cadono le barriere. Ci inonda la pace, ci contagia l'allegrezza e il giubilo. Ci avvolge, ci emoziona. Ci cambia il cuore.
E' la notte nella quale la gioia ci apre alla speranza, ci irrora con i suoi sogni. Quel bambino è lì per dirci: “Spera con me, sogna con me, ama con me, gioisci con me”.
Un giorno, potrebbe anche capitare di inciampare nella sofferenza. La gioia profonda del cuore rimane intatta, perché il Dio della gioia la alimenta, instancabile, tenero, con le viscere di madre. La gioia è il nostro volto. La gioia è il nostro presente e il nostro futuro.
Nella dispersione di una umanità dolente, Gesù, la Gioia, ci chiede di portare l'allegrezza della sua presenza, la bellezza del suo dono, l'inestimabile ricchezza del suo cammino in mezzo a noi. E' proprio vero: questa notte ci è nato un Bambino, Figlio di Dio, Figlio dell'Uomo. Dio è Uomo come ogni uomo, col volto di ogni uomo, con la gioia di ogni uomo, con i patimenti di ogni uomo. Rallegriamoci nel Signore: OGGI E' NATO PER NOI IL SALVATORE.
Gesù, Tu intoni per me, un canto di gioia. Lo componi guardando i miei occhi. Perché Tu mi ami. Tu vuoi ripiantare nella gioia la mia vita.
Mi rendo conto che la gioia rifiorisce, come un virgulto che erompe da Te.
Sono felice di amarti e di essere amato, in questa notte, tempo interminabile dell'amore.
Sono lieto per i doni che hai seminato e continui a seminare lungo i sentieri delle mie giornate. Doni immeritati, ma veri.
Mi rallegra vedere la Tua presenza indifesa e umile, tenerissima e commovente. In quel piccolo batuffolo di vita è racchiusa tutta la bellezza e tutta la meraviglia del Figlio di Dio.
Amo, godendone, i miei limiti. Sono i solchi da trasformare in risorse. Mi conservano nella felice verità di me stesso, di quello che racchiudo nelle mie fibre deboli e tanto privilegiate da te.
Quando mi guardi e vedo che il tuo cuore gioisce, non riesco a rimanere immune dal tuo contagio di felicità e di ebbrezza.
In questa notte profonda e immensa, nella quale irrompe la Luce, rimango incantato per la tua presenza inattesa, anche se a lungo desiderata.
Mi accorgo che il mio essere si riscalda ed è come sommerso nello stupore della Gioia che tu diffondi.
Sono aperto ai bagliori della tua felicità e mi sento incendiato dal loro fuoco.
Non ho paura di nulla: delle mie fragilità, della stanchezza, del sonno, della fatica perché tutto esprime la contentezza di appartenerti, di essere con te, di poter contare su di te, di godere te, di amare te.
Il tempo breve mi rallegra se penso che ti incontrerò in una gioia senza confini.
Il tempo lungo mi rallegra come una grazia che mi offri per raccontarti ancora e per dare splendore alla testimonianza del mio sguardo e della mia vita.
L'aria profuma di gioia, in questa notte indecifrabile, che segna la tua Presenza accanto a noi.
Profumerà anche domani, nel pieno giorno e fin dagli albori dell'aurora. Tu sei la felicità e la gioia sempre. Ad ogni attimo, ad ogni respiro, ad ogni sguardo, ad ogni lampo di amore.
Mi siedo ai piedi di quella mangiatoia di Betlemme, casa del pane, dove i sentimenti più puri e semplici segnano di felicità il volto di tutti coloro che la contemplano. Tu Bambino sei casa felice. Tu Bambino sei pane della felicità. Tu Bambino sei vino dell'euforia di chi ti ama. Tu Bambino sei l'inesprimibile gioia di quell'estasi che emana dalla tua dolcissima piccolezza.
Ti tocco, Gesù, e tutto freme in me per l'amore. Ti guardo, Gesù, e la tua umiltà mi contagia una gioia che trasale. Ti ascolto, Gesù, mentre ridi e piangi, e la gioia mi rapisce. Ti ascolto mentre succhi al seno di tua madre, e la gioia attraversa tutti gli attimi della mia vita: da quando mi attaccavo a quell'odore indimenticabile di donna per nutrirmi e poi, di giorno in giorno, fino ad oggi, quando penso che la gioia di allora è diventata la tessitura di una felicità destinata ad essere definitiva, immersi nel cuore di Tuo Padre.
Prorompo in canti di gioia. Celebro la letizia. Celebro il giorno della tua festa.
Con la tua venuta, “felici” sono anche i miei peccati che il tuo amore rimargina.
Oggi è notte di gioia.
Domani sarà alba di gioia.
Sempre sarà Tempo di gioia.
Non è necessario che gridi la mia felicità. A Te è sufficiente che si veda. Ormai il tuo amore ha fatto irruzione sulla terra. Tu vuoi che divampi.
Sì, Gesù, io voglio che divampi, sempre. In me.
Don Mario Simula

 

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