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TESTO Commento su Luca 16,1-8

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Venerdì della XXXI settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (07/11/2003)

Vangelo: Lc 16,1-8 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Il padrone lodò quell'amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari, sono più scaltri dei figli della luce.

Come vivere questa Parola?

Fra tutte le parabole di Gesù, questa è forse, a tutta prima, la più sconcertante. Che un padrone lodi il suo amministratore chiaramente disonesto, sembra proprio in opposizione non solo al Vangelo ma a qualsiasi etica degna di questo nome. Bisogna però ricordare che, in ogni parabola, la forza del significato sta nell'emergere di un elemento che viene esaltato. Tutto il resto è contorno narrativo utile (o necessario) a dargli risalto. Infatti qui l'accento è messo sull'accortezza dell'amministratore. Gesù non si sogna affatto di lodare la sua disonestà! E per capirlo, bisogna fare attenzione al contrasto che il Signore ha voluto ben evidenziare. "Nel loro modo di comportarsi –Egli dice- i figli di questo mondo sono più accorti dei figli della luce". E' come se il Signore volesse prendere nel mirino della sua Verità la facile pigrizia di una fede sonnolenta che non diventa mai vero fuoco d'amore. Per i propri interessi personali o familiari si è "scattanti" e intraprendenti, ma quando c'entra il Regno di Dio e la sua giustizia circa le urgenze dei fratelli, quanto facilmente si trovano scuse! "Non è proprio possibile", si dice. "Queste difficoltà sono insormontabili", "Non posso rischiare fino a questo punto", "Chi me lo fa fare?". E giù di questo passo. Ma siamo o non siamo "figli della luce", "figli del giorno", "figli della risurrezione"?

Oggi, nella mia pausa contemplativa, passo del tempo a cogliere in questa nostra società la prontezza e il lucido intento di quanti, pur di far soldi, sono pronti a tutto. E mi lascio interpellare se, perché più profondamente s'impianti il Regno di Dio nell'ambiente in cui vivo, sono pronto a impegnare sagacia, talenti, ogni dono avuto da Dio.

Signore Gesù, scuotimi dall'eterna tentazione di una vita sonnacchiosa e mediocre, dentro la tana del mio "ego". Strappami da lì e tienimi così unito a te da dinamizzare la mia volontà di bene nelle scelte dei miei giorni.

La voce degli Antichi Padri

Chi decide e vuole essere discepolo, ricevendo dalle mani del Verbo i pezzi dei pani della conoscenza, nutre migliaia di uomini, mostrando con la pratica la potenza sovrabbondante del Verbo
Massimo il Confessore

 

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