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TESTO Maria donna dell'attesa

don Mario Simula   ufficio catechistico diocesi di Sassari

Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria (08/12/2019)

Vangelo: Lc 1,26-38 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 1,26-38

In quel tempo, 26l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».

29A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

34Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». 35Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37nulla è impossibile a Dio». 38Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Maria Madre e sorella. Come è soave e delicatamente solidale con i nostri interrogativi, il turbamento che assale il cuore di Maria all'annuncio dell'angelo. Le sue reazioni e i suoi interrogativi interpretano tutte le paure delle nostre giornate, il buio del nostro futuro, le esitazioni davanti all'amore di Dio. In Lei, donna del Signore, la fede è immensa, senza reticenze, senza riserve. Nuda e affidata. In noi è balbettante, sempre in bilico tra il sì e il no.
Maria è la donna della prontezza. Il fuoco dell'amore Le suggerisce le risposte. Per questo può dire: “Eccomi sono la schiava del Signore”.
Noi siamo schiavi del peccato delle origini. Della presunzione che ci spinge a voler essere come Dio. E ci ritroviamo abbandonati alla vergogna della nostra nudità. Pesa sulle nostre spalle e sul nostro cuore la parola di verità che chiude il paradiso delle delizie e ci fa andare pellegrini, smarriti per il mondo, a faticare per il lavoro e a partorire nel dolore.
Maria Madre della fedeltà, viene “costruita” da Dio nella più totale santità, fin dal concepimento. Tutta bella. Splendente come una sposa adornata per il suo Sposo. Il suo Creatore entra nel giardino fiorito del suo ventre benedetto e si fa creatura.
Fratello, povero, mendicante, nullatenente, emarginato, scartato, lebbroso, condannato e infamato. Dal tesoro del Suo grembo scaturisce la Vita. Piede che schiaccia la testa di ogni malvagità. Anche della nostra.
Maria Madre della pazienza e della misericordia conosce la miseria che contamina la nostra esistenza. Conosce l'infedeltà inguaribile dei nostri amori. Lei ha ascoltato infinite volte le nostre storie perverse o mediocri o piene di voragini senza bontà.
Eppure si mette accanto a noi, premurosa e insistente, con quella dolcezza che soltanto la Sua leggerissima maternità riesce a infondere nelle nostre vene infette.
Maria oggi splende, vergine, madre, sposa, come la primizia di sempre e per sempre. Anche a noi fa cantare l'inno di lode e di gratitudine scaturito dalla Sua vita, dalla Sua esperienza; dalla consuetudine affabile e intima col Suo Signore e Figlio. Ci prende per mano, pedagoga della Grazia, e ci aiuta a ripetere assieme a Lei:
Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo.
Nonostante la nullità e l'ostinazione che mortificano i sussulti di amore che mette in noi.
In Gesù, il Figlio donato, visibile, nostro concittadino, sfigurato secondo l'immagine di ogni uomo sofferente, verme e non uomo, uomo dei dolori, che patendo impara ad incarnarsi nei nostri patimenti, ci ha scelti prima della creazione del mondo, da sempre amante, da sempre sofferente per questo piccolo essere che popola e infesta la terra.
E ci ha scelti per essere santi e immacolati di fronte a Dio nella carità, perché Dio non rinuncia mai al Suo progetto
.
Gesù, il Figlio prediletto è pronto anche per la croce, purché il progetto del Padre si realizzi in noi.
Dio ci vuoi santi e immacolati, predestinandoci a essere suoi figli adottivi mediante Gesù Cristo”.

E' il canto nuovo che Maria intona con noi, salmeggia con noi, offre con noi a Dio che ha guardato l'umiltà della Sua serva.
Se le nostre voci rischiano di perdersi, la Sua arriva.
Se le nostre melodie diventano sgradevoli, l'armonia della Sua bellezza le copre.
Se noi siamo figli del mutismo davanti al Signore, il Suo salterio è incontenibile.
Maria Madre della Parola, educa i nostri linguaggi equivoci e incomprensibili.
Madre della Parola di vita, apre il nostro esistere a Gesù, e ci insegna parole vere, parole buone, parole incoraggianti, parole di dialogo; preghiere credibili, preghiere supplicanti e penitenti, preghiere colme di riconoscenza, preghiere che si possano unire alle Sue, nonostante la loro inadeguatezza.
Madre, miracolo di un concepimento purissimo, guarda le madri che generano, le madri sterili, le madri aride, le madri impaurite; insegna ai figli a diventare madri delle loro madri; aiuta le persone consacrate a generare e a partorire ogni giorno nel dolore e nella gioia. Convince i padri a essere anche madri nel rispetto e nella contemplazione della vita.
Maria Madre dell'attesa, tiene vivo in noi il desiderio di Gesù che viene, la trepidazione dei Suoi “nove mesi”, la premurosa dolcezza di Giuseppe.
L'appuntamento alla grotta, dove l'umanità rinasce, ci brucia per il bisogno dell'incontro.

Don Mario Simula

 

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