TESTO Battesimo di fuoco
Battesimo del Signore (Anno B) (12/01/2003)
Vangelo: Mc 1,7-11
In quel tempo, Giovanni 7proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. 8Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».
9Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. 10E subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. 11E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».
Il Battista conferisce il battesimo di acqua, dichiara Gesù "più forte" di lui e si riconosce indegno di sciogliergli i calzari. Viene Gesù e si fa battezzare da Giovanni. Lo Spirito scende sotto forma di colomba, e la voce del Padre si compiace del Figlio. Giovanni, donato da Dio a Santa Elisabetta in tarda età, forse fin dalla morte dei genitori si era ritirato nel deserto a fare penitenza. Nel deserto non ci sono comodità, ma solo serpenti, pietre e sole cocente, oltre che cavallette e miele selvatico. Diffusasi la voce della sua santità, la folla - come capita sempre - accorreva a lui numerosa.
o 1 / Il battesimo di acqua Giovanni inculcava il suo stesso spirito di penitenza, significato dall'umile gesto dell'immersione nelle acque del Giordano, per indicare la morte al peccato e la volontà di purificarsi nello spirito. Era "il battesimo di Giovanni": battesimo di penitenza, che produceva solo l'effetto legato allo spirito di conversione del ricevente. Giovanni stesso lo definiva "un battesimo di acqua", e preannunciava l'imminente istituzione di un altro, quello "in Spirito Santo e fuoco". Gesù volle sottoporsi al rito di Giovanni per indicare che la penitenza è il primo passo e la conditio sine qua non, per ricevere il nuovo battesimo. Quando si riceve in età adulta il battesimo istituito da Gesù, bisogna rinunciare a satana e al peccato, disponendosi ad accettare la legge della Nuova Alleanza, che è legge di amore. Disporsi, cioè, ad evitare il male e a fare il bene. Il battesimo di Giovanni era un invito alla penitenza, cioè a pentirsi del male compiuto e disporsi ad evitarlo per il futuro. Il bene che veniva operato dai battezzati "con l'acqua" non produceva la salvezza: dopo la morte, infatti, non si era ammessi al premio dei giusti; il cielo era ancora chiuso.
o 2/ Il battesimo di fuoco Il battesimo istituito da Gesù produce effetti straordinari, non visibili ma reali. Effetti come quelli del fuoco. Dona la salvezza da lui meritata con la sua pasqua Più che chiamarlo battesimo in Spirito e fuoco, bisognerebbe dirlo battesimo in Spirito Santo che è fuoco. Noi abbiamo un concetto errato dell'attività del fuoco. Nessuna forza è più fantasiosa e creativa del fuoco. Esso non distrugge ma trasforma, cioè dà una nuova forma a ciò che investe: una foglia secca o la roccia vulcanica che cola a valle. Il fuoco divino dello Spirito "trasforma" profondamente l'anima.
o 3/ Somiglianza con Dio Anzitutto le restituisce lo splendore della "somiglianza" con Dio. L'anima col peccato è come una statua michelangiolesca coperta di fango. L'onda del battesimo toglie il fango, e l'anima splende come appena uscita dalle mani del Creatore. È arricchita ed elevata cosi dalla grazia di Dio che la rende "figlia di Dio".
o 4/ Figli di Dio Noi non nasciamo figli di Dio ma dei nostri genitori. Solo il Verbo è generato da Dio (monoghenés Theòs). Nel catechismo ci insegnano che noi siamo adottati da Dio. Ma non è del tutto esatto. L'adozione è fondamentalmente una finzione giuridica, poiché il bambino chiama madre e padre delle persone che non l'hanno generato. Non si discute sull'amore vicendevole, che può essere enorme, ma il DNA e il sangue che scorre nelle vene non saranno mai lo stesso. Insomma, chi non ha la stessa carne e sangue dei genitori, non è loro figlio naturale. Invece, che cosa avviene nel battesimo? Avviene ciò che non è possibile fra gli uomini. Il fuoco del battesimo salda il bambino a Gesù. E siccome Gesù è vero figlio di Dio, il battezzato diventa - in Gesù - vero figlio di Dio. Non più solo adottato, ma vero figlio; non però per natura, ma per partecipazione, ricevendo la grazia meritata da Cristo. Grazia che, da lui Capo, passa a tutte le membra del suo Corpo mistico. Migliore del concetto di saldatura è quello dell'innesto: un ramoscello innestato su un tronco vive e cresce della linfa del tronco. Questa immagine ricorda il detto di Gesù: "Io sono la vite e voi i tralci". Il battesimo, dunque, toglie il fango del peccato originale e - eventualmente - dei peccati commessi in vita, quando il battesimo si riceve da adulti; ci restituisce la somiglianza con Dio; ci rende figli di Dio nel Figlio Gesù; ci rende inoltre membri della comunità cristiana.
o 5/ Membri della Chiesa La Chiesa in cui si viene inseriti non è una semplice associazione, ma una comunità familiare, i cui membri sono vincolati da una comune forza misteriosa che si chiama amore. Come famiglia, la Chiesa è fatta di membra dell'unico Corpo di Cristo, uniti dal fuoco dello Spirito Santo che è Amore. Come figli, siamo tutti uguali davanti all'unico Padre. Perciò san Pietro afferma: "In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenza di persone, ma chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto"; e aggiunge: "Questa è la parola che egli ha inviato ai figli d'Israele". Pietro, come tutti i figli d'Israele, era convinto che solo essi formavano il popolo di Dio, mentre gli altri erano "cani", come li definì la donna Cananea nel suo colloquio col Maestro Gesù. Ma venuto il regno di Dio nel mondo, istituito il battesimo nello Spirito di fuoco, tutto è cambiato: Cristo ha "risanato tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo", ed è diventato "il Signore di tutti", nessuno escluso (At 10, 36.38). Ogni battezzato nello Spirito è "figlio prediletto", di cui Dio Padre si compiace. Tutto questo in Cristo Gesù. Il Padre celeste inviò suo Figlio sulla terra, stabilendolo "come alleanza del popolo e luce delle nazioni", per aprire gli occhi ai ciechi e tirare fuori dal carcere i prigionieri e i reclusi dalle tenebre, come previde il profeta Isaia (42,6s).
o 6/ Riflettiamo Ecco ciò che siamo noi cristiani! Videte vocationem vestram! Si dice: noblesse oblige: riflettiamo sull'ineffabile grandezza e sugli obblighi comportamentali che scaturiscono da questo evento umano-divino che è il battesimo! Chi si lascia battezzare "in Spirito santo e fuoco" non si impegna tanto a evitare il male, ma ad operare il bene, secondo lo spirito delle beatitudini. E il bene operato da un cristiano fruttifica per la vita eterna, perché il cielo gli è stato finalmente aperto dal Cristo morto e risorto!