TESTO La polizza di Dio sulla vita è "kasko"
don Giacomo Falco Brini Predicatelo sui tetti - blog personale
XXXIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (17/11/2019)
Vangelo: Lc 21,5-19
In quel tempo, 5mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: 6«Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
7Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». 8Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! 9Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
10Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, 11e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
12Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. 13Avrete allora occasione di dare testimonianza. 14Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; 15io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. 16Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; 17sarete odiati da tutti a causa del mio nome. 18Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. 19Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».
L'alta marea che in questi giorni sta mettendo in ginocchio la città di Venezia è spesso simboleggiata sui media dalla Basilica di S. Marco invasa dall'acqua. Pare che nel suo seno siano state danneggiate irrimediabilmente opere dal grandissimo valore artistico-culturale. Una vera apocalisse, per dirla con i titoli dei giornali e dei telegiornali. Non si può essere insensibili a quanto accaduto, eppure il vangelo di questa domenica, paradossalmente, invita a relativizzare l'evento disastroso. All'udire l'ammirazione di alcuni per il materiale con cui era stato costruito il Tempio di Gerusalemme con i suoi doni votivi, il Signore Gesù profetizza a costoro la sua distruzione suscitando l'immediata curiosità: ci puoi dire per favore quando, come e che segno ci sarà della distruzione imminente? (Lc 21, 5-7)
La curiosità, se temperata, è segno di intelligenza. Lasciata a sé stessa, è come un cavallo senza briglie: ci porta fuori strada. Ecco allora la prima raccomandazione del Signore. Attenzione a non lasciarsi fuorviare da gente che si presenta con grande carismaticità, che fa leva proprio sulla curiosità umana annunciando, nel nome di Gesù, la fine di tutte le cose con tanto di date e dettagli: non andate dietro a loro! È l'ordine perentorio del Maestro (Lc 21,8). Seconda raccomandazione: è inevitabile ricevere notizie di guerre e sollevazioni popolari, di rivoluzioni e ogni altro evento naturale e cosmico che gettano instabilità e insicurezza nell'umanità. Basti pensare all'accelerazione dei pericolosi cambiamenti climatici in atto, del progressivo scioglimento dei ghiacciai del mondo, della drastica riduzione di vegetazione nella foresta amazzonica ecc. ecc. (Lc 21,10-11) Davanti a tutto ciò, l'invito di Gesù è di non lasciarsi sopraffare dalla paura: non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine (Lc 21,9).
Il Signore avverte poi discepoli di ogni tempo circa le persecuzioni che dovranno subire a causa del mio nome. Anche esse sembrano inevitabili, se davvero il discepolo cammina sulla via del Maestro. Il mondo e il suo pensiero dominante, hanno in odio il nome di Gesù. Per questo motivo, i discepoli saranno soggetti al tradimento anche dei più intimi familiari, e l'odio spingerà questi ultimi persino ad ucciderli (Lc 21,16-17). Dentro questa cornice che associa i discepoli al destino di Gesù, giunge la terza raccomandazione: le persecuzioni saranno un'occasione per la loro testimonianza che potrà contare sul fedele, sicuro e irresistibile supporto dello Spirito del Signore; pertanto essi non dovranno preoccuparsi per la loro difesa davanti ai tribunali civili e religiosi (Lc 21,13-15).
Infine, una polizza assicurativa “kasko” del tutto gratuita, come ogni dono che Dio offre all'uomo: ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita (Lc 21,18-19). Il discepolo non va in cerca di assicurazioni sulla vita terrena perché ne ha una di valore incommensurabilmente più grande: la vita eterna di chi risorge da ogni situazione di morte, perché ha messo quella presente nelle mani di Dio. Quest'ultima infatti, è una palestra dove si impara a seguire le orme del Signore Gesù che conducono tutte sotto la sua Croce. Questo è infatti il “luogo” della testimonianza e della salvezza dei discepoli, è il “timbro” che li identifica come figli di Dio e quindi eredi di Dio, se veramente partecipano alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria (cfr.Rm 8,17). È infatti interessante notare che il termine tradotto con la parola “perseveranza” (Lc 21,19), indica in realtà la pazienza. È nella pazienza costante davanti a tutte queste cose che il discepolo viene associato alla Croce di Cristo, e dunque reso partecipe della vita immortale. I suoi occhi non si fermano sulle incertezze di questa vita, ma sulla Parola che assicura che non andrà perduta. La vita vera, che è eterna, si nasconde dentro ogni piccola o grande croce della vita terrena.