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TESTO Gli sconvolgimenti degli ultimi tempi

mons. Roberto Brunelli

XXXIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (17/11/2019)

Vangelo: Lc 21,5-19 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 21,5-19

In quel tempo, 5mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: 6«Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».

7Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». 8Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! 9Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».

10Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, 11e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.

12Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. 13Avrete allora occasione di dare testimonianza. 14Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; 15io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. 16Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; 17sarete odiati da tutti a causa del mio nome. 18Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. 19Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.

Penultima domenica dell'anno liturgico. La prossima ci offrirà migliori prospettive; ma questa ci presenta situazioni da brividi.

La prima lettura, tolta come il solito dall'Antico Testamento, oggi presenta una pagina del genere che gli studiosi della Bibbia chiamano apocalittico, cioè relativo agli sconvolgimenti che il mondo conoscerà negli ultimi tempi. Scrive il poco noto profeta Malachia, vissuto circa cinquecento anni prima di Gesù: “Ecco, sta per venire il giorno rovente come un forno. Allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia; quel giorno, venendo, li brucerà, fino a non lasciar loro né radice né germoglio. Invece per voi, che avete timore del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia”.

Collegato tematicamente con la prima lettura è di solito il vangelo, anche oggi costituito da un discorso di Gesù (Luca 21,5-19) che preannuncia tremendi eventi futuri, poi puntualmente verificatisi e in certi casi tuttora in corso. Basti ricordare la distruzione del grande tempio di Gerusalemme, di cui "non sarà lasciata pietra su pietra"; o anche la comparsa di falsi Messia (quanti filosofi e politici si sono presentati, o sono stati ritenuti, benefattori dell'umanità, mentre poi si sono rivelati maestri di menzogna, cause di tragedie a non finire). Basti ricordare gli sconvolgimenti della natura e le continue guerre tra i popoli, con le conseguenze che giornali e televisione ci documentano ogni giorno. Gesù preannuncia inoltre persecuzioni per i suoi seguaci, anch'esse tuttora in corso in non poche parti del mondo, pur se spesso sottaciute. Verosimilmente per i cristiani di persecuzioni ce ne saranno anche in futuro; è perciò da sottolineare quanto il divino Maestro dice a chi ne è vittima: "Avrete allora occasione di dare testimonianza" e "Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita": conseguirete cioè la vita nel mondo venturo.


 Tra le letture di oggi una sottolineatura richiede anche una frase compresa nella seconda (2Tessalonicesi 3,7-12): "Chi non vuole lavorare, neppure mangi. Sentiamo infatti che alcuni fra voi vivono una vita disordinata, senza fare nulla e sempre in agitazione".

L'espressione può apparire provocatoria, in tempi come i nostri in cui molti non lavorano, e non per scelta! La disoccupazione è il più grave dei mali che travagliano l'Italia (e non solo): senza lavoro, ha ricordato ripetutamente il papa Francesco, non c'è dignità; e senza lavoro, specie per i giovani, la società non ha futuro. Come può, un giovane disoccupato senza prospettive affidabili, programmare una vita normale, formarsi una famiglia, nutrire l'orgoglio di concorrere al bene comune? Senza considerare che la mancanza di un lavoro rischia di indurre a comportamenti negativi (l'ozio è il padre dei vizi, dicevano già gli antichi) e la mancanza di prospettive toglie anche la voglia di impegnarsi, ad esempio utilizzando in positivo il tempo forzatamente libero per cercare, con lo studio o la pratica, di acquisire nuove o migliori competenze.

Il lavoro, ha proseguito il papa, dev'essere dignitoso, "perché purtroppo, specialmente quando c'è crisi e il bisogno è forte, aumenta il lavoro disumano, il lavoro-schiavo, il lavoro senza la giusta sicurezza, oppure senza il rispetto del creato, o senza il rispetto del riposo, della festa e della famiglia". Ne dà conferma, ad esempio, il triste fenomeno del caporalato, che vede uomini trattare altri uomini come fossero macchine o animali. E lucidamente il papa ha poi anche individuato le cause della disoccupazione (“il sistema economico, centrato su un idolo che si chiama denaro”), suggerendo vie di soluzione ( togliere centralità alla legge del profitto e della rendita e ricollocare al centro la persona e il bene comune). Il fine è che non lavori soltanto chi non vuole farlo, non chi è costretto.

 

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