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TESTO Commento su Giovanni 13,16-20

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Giovedì della IV settimana di Pasqua (15/05/2003)

Vangelo: Gv 13,16-20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

"Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma si deve adempiere la Scrittura: «Colui che mangia il pane con me, ha levato contro di me il suo calcagno». Ve lo dico fin d'ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io Sono".

Come vivere questa Parola?

Il fatto più sconcertante, diciamo pure più scandaloso di tutte le Scritture, è il tradimento di Giuda. E, in certo senso, quel dire da parte di Gesù: "si deve adempiere la Scrittura" rende questa parola ancora più oscura, sul piano della ragione. Ma come? Il Signore Gesù, la Sapienza del Padre, chiama a sé solo dodici "prescelti", per consegnare loro insegnamenti ed esempi, chiamandoli "non servi, ma amici"; e proprio in mezzo a loro c'è chi lo tradisce. Vuol dunque dire che Gesù in qualche modo si è sbagliato? Se con determinazione cerchiamo la luce della fede, ci accorgiamo che non c'è fallimento da parte sua. Gesù ha sempre fatto quello che il Padre ha voluto: "Mio cibo è fare la volontà del Padre". Anche se ci rimane quasi impossibile perseguire le tracce del percorso psicologico di Giuda e cogliere tutte le ragioni abnormi del suo tradimento, possiamo invece cogliere un'altra conseguenza del fatto inequivocabile che Dio ha dato il Figlio per salvarci dal male e non per giudicarci affogati nel male. La conseguenza sta qui: proprio per operare questa salvezza, per riportare sul male la vittoria più totale, bisognava che Gesù ne sperimentasse la vicinanza, anzi la più intima prossimità. Proprio incontrando tra i suoi più intimi chi docile al maligno ordì il tradimento, Gesù entrò pienamente nel progetto del Padre prevista e predetta dalle Scritture: "Colui che mangia il pane con me, ha levato contro di me il suo calcagno". È infatti importante credere che c'è un modo vero, profondo e sapienziale di leggere la storia di tutti e la nostra: quella di leggerla alla luce della Parola di Dio.

Oggi, nel mio rientro al cuore, dedico un momento silenzioso e pieno di pace al "filmato" della mia vita. Forse ci sono dei passaggi (morte di persone care, ingiustizie, incomprensioni, mali di vario genere) che rimangono oscuri. Dov'era l'Amore provvidente di Dio? Ecco, chiedo luce di Spirito Santo perché alla luce di questa esperienza di Gesù, s'illuminino anche le mie esperienze passate o presenti. Dirò:

O Padre, il cuore di tutto è il tuo progetto di salvezza con la morte e risurrezione di Gesù per noi. Fa' che non sia un'idea acquisita, ma una luce di cui vivere.

La voce di un martire dei nostri giorni

Gesù, testimone della verità crocifissa, oppone all'assassinio – alla menzogna omicida – tutta la forza di un impegno di vita: il suo corpo che parla, consegnato per affermare fino in fondo l'unica potenza di cui egli è il difensore in questo processo dell'uomo, il DONO-AMORE.
Fratel Christophe

 

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