TESTO Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra
don Walter Magni Chiesa di Milano
VII domenica dopo il martirio di San Giovanni il Precursore (Anno C) (13/10/2019)
Vangelo: Mt 13,44-52
«44Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
45Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; 46trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.
47Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. 48Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. 49Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni 50e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
51Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». 52Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».
Gesù parla spesso di un regno, del Suo regno. Matteo usa di preferenza l'espressione “regno dei cieli”, mentre gli altri evangelisti preferiscono dire: “regno di Dio”. Nella Parola proposta in questa domenica per quattro volte Gesù paragona a qualcosa, dicendo: “il regno dei cieli è simile...”.
“Il regno dei cieli è simile...”
Nei Vangeli Gesù non definisce il significato di qualcosa con parole astratte. Ama parlarci di Dio servendoSi di paragoni, similitudini, parabole. Gesù è un narratore di Dio. Ci racconta Dio o ciò che lo riguarda partendo sempre dalla natura, dalle piccole o grandi vicende della vita della sua terra: la vigna, i contadini, la massaia che fa il pane, i pescatori che stanno sulla riva del lago di Genezaret. Come se solo queste piccole o grandi realtà terrene fossero in grado parlarci di Dio. Di portarci al cuore stesso di Dio. Così è del regno di Dio: “Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo...”. Cosa c'è di più concreto nel nostro stesso immaginario di un tesoro nascosto in un campo? Sembra quasi il racconto di un sogno che un uomo - trovandosi in qualche ristrettezza economica - potrebbe immaginare per riuscire a svincolarsi da qualche congiuntura finanziaria che non dà scampo. Ma ecco la novità, la trovata geniale del racconto di Gesù. Quello che i nostri sogni non realizzeranno mai come d'incanto in Gesù diventa possibile, reale. Infatti, quell'uomo il tesoro lo trova e cosa fa? “lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo”. E gli esempi a riguardo del regno di Dio continuano come un ruscello che continua a far sgorgare acqua fresca e limpida: “Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra”. E ancora: “il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci”.
“Avete capito bene queste cose?”
Fatto il racconto, Gesù sente da buon maestro l'esigenza di verificare d'essere stato ben compreso. La possibilità del fraintendimento è sempre in agguato e lo sguardo malizioso di qualcuno Gesù Se lo aspetta. Troppo spesso ormai scribi e farisei Lo aspettano al varco. Alla ricerca di qualche Sua espressione che si presti a qualche discussione per riuscire ad accusarLo di eresia, persino di ateismo. Così, rivolgendoSi alla gente che Lo sta ad ascoltare dice: “Avete compreso tutte queste cose?”, capite di cosa sto parlando? Perché la posta in gioco è una visione del Messia non scontata. Un messia non trionfatore, non conquistatore di terra e di potere. Un messia che per salvare gli uomini si fa carico delle loro fatiche e delle loro sofferenze, capace di creare imbarazzo anche tra i Suoi amici, i Suoi stessi discepoli. Nonostante la predicazione di questo novello Messia che si chiama Gesù e che viene da Nazareth, nulla sembra cambiare davvero. I ricchi continuano a sfruttare il popolo, la povera gente. E i Romani non smettono di reprimere nel sangue ogni tentativo di autonomia e di indipendenza. Il Tempio è sempre in gestione a un sacerdozio preoccupato più dei privilegi e dei vantaggi della posizione acquisita che del culto sincero per amore di Dio. E, dunque, si domanda la gente che lo sta ad ascoltare, dov'è questo regno di Dio del quale parla Gesù con tanto entusiasmo? Non sarà l'ennesimo incantatore di folle? Ecco perché Gesù ripeterebbe anche a noi: “Avete compreso queste cose?”. Mi avete capito bene?
“Cercare prima il Suo regno”
E dove va a parere, dunque, Gesù parlandoci del regno di Dio? Attenendoci ad altri passi evangelici Gesù, quando ci parla del regno di Dio, punta dritto a una precisa esortazione: “cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in più” (Mt 6,33). La storia degli uomini e delle chiese cristiane, spesso travagliata, perseguitata, persino afflitta talvolta, dovrà continuare a confrontarsi con questa esortazione di Gesù. La Chiesa, nonostante la tentazione costante di sfuggire alla sequela del Fondatore, nonostante i segni di morte che porta su di sé, per i peccati dei suoi membri e per le contraddizioni del mondo che l'attraversano, continua a esistere perché annuncia che anche per gli uomini d'oggi il regno di Dio, il sogno di Dio per gli uomini e per ogni uomo di questo mondo continua a resistere. Caparbiamente. E le forze degli inferi non prevarranno nei suoi confronti. Il bene è più forte del male e la speranza che nasce dal cuore di Dio è più grande di ogni forma di disperazione e distruzione. In alcuni momenti della storia potrebbe perdere di smalto, persino di dignità agli occhi degli uomini, ma non certo agli occhi di Dio. Forte di questo sguardo, sicura della Sua inestimabile presenza, la chiesa è chiamata a ripetere al mondo la bellezza del regno di Dio, del sogno di Dio su ogni uomo. Come un tesoro disponibile a tutti, senza discriminazione alcuna. Come una grande rete che raccoglie tutto quanto incontra nel suo percorso sul fondale del mare, in un abbraccio infinito, senza tempo.