PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Commento su 1Tm 6,11

Casa di Preghiera San Biagio FMA   Home Page

Casa di Preghiera San Biagio FMA è uno dei tuoi autori preferiti di commenti al Vangelo?
Entrando in Qumran nella nuova modalità di accesso, potrai ritrovare più velocemente i suoi commenti e quelli degli altri tuoi autori preferiti!

XXVI Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (29/09/2019)

Vangelo: Lc 16,19-31 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 16,19-31

In quel tempo, Gesù disse ai farisei: 19C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. 20Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, 21bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. 22Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. 23Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. 24Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. 25Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. 26Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. 27E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, 28perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. 29Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. 30E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. 31Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».

«Tu, uomo di Dio (...) tendi alla giustizia, alla pietà, alla fede alla carità, alla pazienza, alla mitezza»
1Tm 6,11

Come vivere questa Parola?
Timoteo era un caro discepolo e collaboratore di San Paolo che gli aveva raccomandato di astenersi dal male. Qui lo esorta a essere un vero uomo che vive nella luce di Dio. Niente di “evanescente” è consono alla vita cristiana che anzitutto si regge su virtù degne di caratterizzare un uomo, e donna veri.
Praticare la giustizia vuol dire porsi in relazione vera con se stessi: in un rapporto sempre sincero, leale che cerca quello che Gesù e venuto a insegnare, dandone esempio nella propria vita quaggiù. Tendere alla fede vuol dire ricordarsi che siamo figli di Dio e che da Lui abbiamo ricevuto precisi insegnamenti per vivere i nostri giorni in serenità e pace.
È evidente che, se pratico nei miei giorni la giustizia e insieme la pietà, cioè chiedo l'aiuto a Dio, non trascino la mia esistenza a nervi tesi ma la realizzo con quella pazienza e mitezza che mi fanno realmente praticare quella virtù principale che è la carità.

Signore, so che la carità è amore per Te e per il prossimo: sintesi e coronamento di una vita veramente riuscita, autenticamente umana e cristiana.
Ti prego, dammi la tua grazia rendendomi sincera, leale, mite, propensa più a voler capire e aiutare il prossimo, che a esigere di essere aiutata. In un mondo violento, dammi di essere forte e mite perché trionfi la pace in famiglia, e dove esercito ogni tipo di comunicazione umana e cristiana.

La voce di un grande pensatore francese
“Non si deve misurare la virtù di un uomo dalla sua eccezionalità ma nel quotidiano”.
Blaise Pascal

Sr Maria Pia Giudici FMA - info@sanbiagio.org

 

Ricerca avanzata  (55826 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: