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TESTO Commento su Rm 8,9

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Sabato della XXIX settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (25/10/2003)

Brano biblico: Rm 8,9 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 13,1-9

1In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. 2Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? 3No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. 4O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? 5No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».

6Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. 7Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Taglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. 8Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. 9Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».

Dalla Parola del giorno

Voi non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi.

Come vivere questa Parola?

Nella liturgia di oggi, S. Paolo ci schiude dinanzi un orizzonte dove domina rasserenate la presenza dello Spirito. L'impotenza a produrre frutti, richiamata dal vangelo odierno, è vinta grazie all'opera redentiva di Cristo. Nella misura in cui restiamo innestati in lui, partecipi della stessa linfa vitale (lo Spirito Santo appunto), anche noi possiamo produrre frutti di santità. Ma il punto è qui: prendere sul serio la presenza dello Spirito nella nostra vita di battezzati, aprirci alla sua azione con docilità, far sì che i desideri della carne cedano il posto ai suoi. Si tratta in una parola da vivere come figli e non solo come servi. Chi identifica la vita cristiana con una fredda osservanza dei comandamenti ha soffocato in sé la voce dello Spirito che grida: Abbà-Padre. Si sente servo, non figlio! Dobbiamo allora rigettare i comandamenti? No, ma leggerli in profondità per quello che sono: espressione del Cuore di Dio che ci chiama a vivere in pienezza. La loro osservanza, l'adesione alla volontà di Dio sarà il rifluire di questo stesso amore, quasi un'onda di ritorno.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, mi affiderò all'azione dello Spirito Santo perché liberi in me il "figlio" e mi abiliti a "leggere" l'impronta del Padre nei chiaro-oscuri della vita.

Vieni Spirito Santo, prendi possesso della mia vita, sostituisci il mio cuore di servo con un cuore filiale, sprigiona da esso quel grido che chiama Dio in me e su di me: Abbà-Padre.

La voce di un cultore della Parola di Dio

Dio ha scritto la sua legge nei nostri cuori con lo Spirito Santo; questa legge nuova è l'amore che egli ha effuso nei nostri cuori, nel battesimo, mediante lo Spirito Santo; essa ci rende capaci di mettere in pratica anche le altre leggi; ci permette di camminare secondo lo Spirito, obbedendo al vangelo.
Raniero Cantalamessa

 

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