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TESTO Commento su Luca 9,43-45

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Sabato della XXV settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (27/09/2003)

Vangelo: Lc 9,43-45 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 9,43-45

43E tutti restavano stupiti di fronte alla grandezza di Dio.

Mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, disse ai suoi discepoli: 44«Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini». 45Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.

Dalla Parola del giorno

«In quel tempo, mentre tutti erano pieni di meraviglia per tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell'uomo sta per essere consegnato in mano degli uomini. Ma essi non comprendevano questa frase...»

Come vivere questa Parola?

Tutti, folla e discepoli, sono stupiti per i prodigi straordinari che fa Gesù. L'oggetto di stupore è l'azione potente del Figlio di Dio a favore dell'uomo. Ma solo ai "discepoli" Gesù rivela la sua "passione", che sta all'origine della sua missione e che lo porterà all'impotenza della croce: gesto decisivo per la nostra salvezza. E pur essendo il secondo annuncio esplicito della sua Passione e morte, i discepoli non comprendono ciò che il Signore dice, anzi essi hanno una reazione di chiusura, dura e cosciente: non capiscono, non vogliono capire e si guardano bene dal chiedere, in modo da continuare a non capire. Eppure la Passione del Figlio dell'uomo è Sapienza amorosa di Dio che passa attraverso la povertà, l'umiliazione e l'umiltà. Gesù accetta la sofferenza, il ripudio e l'uccisione, e proprio così vince il male frutto della stoltezza dell'uomo che ricerca invece l'avere, il potere e l'apparire, provocando la morte propria e altrui. L'imperativo "mettete", rafforzato con l'aggiunta del "voi", diventa un super-imperativo: siamo quindi perentoriamente chiamati a fare ciò che ancora non abbiamo fatto: mettere la sua Parola dentro il nostro orecchio! Questa ha un potere incredibile, perché l'uomo diventa la Parola che ascolta: ciò che è deposto nell'orecchio, entra nel cuore e lo plasma dandogli forma. "Mettetevi bene in mente queste parole - esplicita Gesù – il Figlio dell'uomo sta per essere consegnato". Quanto Amore, quanta passione per l'uomo! Qui Dio si rivela nella sua grandezza di Amore infinito che si fa infinitamente piccolo fino a consegnarsi nelle nostre mani. Così la croce, fatta da noi e portata da Lui, rimane l'unico luogo possibile d'incontro.

Oggi, nella mia pausa contemplativa mi chiederò: sento la croce come una forza che libera in me la mia possibilità di amare? O ne ho paura, la rifiuto e non l'assumo dentro i miei giorni?

Signore, si realizzi pienamente la tua "Parola" nella mia vita. E sia proprio la tua "Parola" una denuncia chiara ad ogni mia cecità.Dammi di accogliere in umile amore anche l'esperienza amara, dolorosa, che tu, Signore, non risparmi a coloro che ami.

La voce di Profeta dei nostri giorni

"Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?" Questa esperienza drammatica è l'esperienza del Figlio di Dio; è l'esperienza di chi ama fino in fondo, di chi rischia fino in fondo, e quindi di chi assapora il gusto della prova. L'esperienza di chi ama molto.
Card. Carlo Maria Martini

 

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