TESTO Commento su Giovanni 6,59-69
VII domenica dopo Pentecoste (Anno C) (28/07/2019)
Vangelo: Gv 6,59-69
59Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao. 60Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?». 61Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? 62E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? 63È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. 64Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. 65E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre».
66Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. 67Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». 68Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna 69e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».
Il popolo di Israele entra nella Terra promessa e all'ingresso è accompagnato da Giosué. Mosè vede da lontano quella Terra, ma non vi entrerà. Giunto a Sichem il popolo è invitato a rinnovare la fiducia in Yahvé. Di fronte al popolo c'è rischio di contaminazione con le divinità dei popoli lì presenti.
Anche noi giungiamo da tanti cammini e strade diverse e anche a noi è chiesto di porci nella condizione di coloro che debbono rinnovare la loro fedeltà al Signore. Un esercizio utile è rileggere la propria vita con gli occhi della fede per scoprire quante volte il Signore ci ha sollevato e ci è stato vicino nelle diverse situazioni anche controverse. Allora potrà alzarsi non solo una preghiera che sappia chiedere di mantenere la relazione con Lui, ma anche una vera e propria preghiera di ringraziamento. Una volta consapevoli della grandezza dell'amore di Dio siamo responsabilmente pronti a evitare ciò che non ci aiuta nel rapporto con Lui. Se abbiamo sperimentato che nella nostra vita Dio è amore allora veramente ci è difficile uscire dalla strada che Lui traccia per ciascuno di noi.
Siamo invitati a non contaminarci con le tante divinità che il mondo sembra proporci e con i tanti falsi profeti che si spacciano come seguaci della nostra fede, ma che poco hanno a che vedere e anzi sembrano avere il compito di dividere il popolo di Dio. Il nostro camminare verso di Lui è chiamato ancor di più anche a crescere. Nella vita di fede siamo chiamati a progredire.
E' l'esperienza che fanno i discepoli che seguono Gesù, nel brano di questa domenica. Gesù dopo aver moltiplicato i pani e i pesci per sfamare le folle si presenta a tutti coloro che seguono il pane di vita. Molti non lo comprendono e davanti a questa verità di fede alcuni se ne vanno. Gesù allora sorprende tutti e pone una domanda che dovrebbe scuoterci perché consegnata anche a noi: “Volete andarvene anche Voi?” Pietro risponde: “Signore da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo conosciuto e creduto che tu sei il Santo di Dio”.
Una domanda che dovrebbe risuonarci per comprendere e affermare che Gesù è colui che ha parole di vita eterna. Allora il tempo delle ferie può essere veramente occasione per confermarsi a Lui e ringraziarlo per essere a nostra volta missionari.
Ci viene in aiuto la lettera ai Tessalonicesi che costituisce il primo scritto del Nuovo Testamento. I Tessalonicesi hanno corrisposto alla grazia del Signore assumendosi con gioia il compito di essere missionari del Vangelo nella Macedonia e nell'Acaia diventando modelli di missionarietà ai credenti in quella regione. La coraggiosa conversione dei tessalonicesi era diventata testimonianza della potenza di Cristo.
Anche a noi è dato il compito di vivere la dimensione missionaria della fede perché questo è compito di ogni cristiano. Come vivere questa missionarietà differisce a secondo del nostro stato, ma su tutti prevale la testimonianza della fede. In un tempo in cui viviamo di false paure, in cui sembra paventarsi il “pericolo islamico”, forse è venuto il momento di ricuperare la nostra vera testimonianza di cristiani in tutti gli ambiti della vita sociale e familiare per essere testimoni della potenza di Gesù. Allora molti potranno dire come Pietro: “Signore da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo conosciuto e creduto che tu sei il Santo di Dio”.