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TESTO Giovanni Battista: "l'amante senza mezze misure"

don Mario Simula   ufficio catechistico diocesi di Sassari

Natività di S. Giovanni Battista (Messa della Vigilia) (24/06/2019)

Vangelo: Lc 1,5-17 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 1,5-17

5Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccaria, della classe di Abia, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. 6Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. 7Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni.

8Avvenne che, mentre Zaccaria svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, 9gli toccò in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso. 10Fuori, tutta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso. 11Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. 12Quando lo vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore. 13Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. 14Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, 15perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre 16e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. 17Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto».

Giovanni è “Voce”. Non annuncia, non annuncia nulla di suo perché vuole soltanto essere un precursore. Uno che con docilità prepara la strada al Signore. nell'incontro tra Maria e Elisabetta era avvenuto un mistero straordinario. La presenza di Gesù nel grembo della Madre aveva scatenato la gioia nel bambino di Elisabetta ormai vicina alla nascita. Quel dono di grazia così particolare sognava già la vocazione di Giovanni Battista. Era proprio scritto. Lui doveva mettere i passi davanti a Gesù.
Doveva dirne la sua “Voce” la presenza nel mondo. Un'avventura incredibilmente bella, dolorosa e, alla fine, pagata col sangue. Quest'uomo austero, tagliato con l'aceta in una quercia potente richiama tutti alla penitenza. Il Signore che viene sarà la Misericordia. Giovanni è il richiamo esigente a volte duro alla penitenza. Fino al giorno in cui vede davanti a sé “l'Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo”, immerso come un peccatore qualsiasi nelle acque del Giordano. In quell'incontro si svela tutto il segreto. Giovanni è la “Voce”. Gesù è “ la Parola”. Il Padre raccontando il suo amore si fa sentire con una melodia infinita: “Questo è il mio Figlio prediletto. In Lui mi sono compiaciuto.
Ascoltatelo”. Lo Spirito scende su Gesù e in quel momento l'amore della famiglia di Dio: Padre, Figlio e Spirito Santo raggiunge il suo culmine. Giovanni è umile testimone di qualcosa che lo supera, rimane lì a contemplare, a predicare, a fare penitenza in attesa di dare la vita per il suo Signore. Quel Signore che nel grembo di Elisabetta aveva scatenato la danza della gioia, della speranza, dell'amore. Mi fermo un momento per riflettere. Io sono voce? O mi sostituisco alla Parola Gesù? E' il grande dilemma della mia vita. Rischiare ogni giorno di annunciare me stesso, le mie idee, la mia visione del mondo, il mio modo di amare, senza accorgermi che così offusco la presenza del Signore Gesù, il Maestro. Non ho dubbi che la mia vita ha bisogno dell'austerità del deserto, dell'acqua del fiume per venire continuamente purificata. Dal cuore nuovo scaturisce l'amore nuovo per il Signore Risorto. Diventerò, in quel momento, capace di spogliarmi ogni volta di me stesso, per annunciare solo Lui, Gesù, l'amato del mio cuore. Io non sarò mai al suo posto. Sarò sempre un discepolo docile che, in certi momenti, sbaglia peccando di presunzione. Ci sarà sempre Giovanni a portarmi sulla strada diritta che mi orienta a dire: “Non sono io il Messia. E' qui in mezzo a noi. Tutti noi siamo servitori del suo amore e della sua Parola”.

 

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