TESTO Gloria per la creazione, gloria per la nuova ed eterna alleanza
Santissima Trinità (Anno C) (16/06/2019)
Vangelo: Gv 16,12-15
«12Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. 13Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. 14Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. 15Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».
Oggi è il giorno per dire con tutta gratitudine e consapevolezza: «Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo».
La Santissima Trinità prima la si vive. Ci vuole tanta preghiera e meditazione, nel silenzio, avendo in mano il dono prezioso della bibbia, per comprenderne la grandezza e il mistero della Sua presenza e libertà di azione nelle vicende belle o dolorose della nostra esistenza e nella complicata storia dell'umanità
La pratica della preghiera silenziosa con l'invocazione incessante dello Spirito Santo, già gratuitamente «effuso nei nostri cuori» (Rm 5,5) ci permette di avere uno sguardo contemplativo verso la bellezza della Natura che ci abbraccia.
Tutto diventa poesia di rivelazione di un amore trabocchevole. Noi cristiani, illuminati dalle parole di Gesù, il quale ci ha rivelato il Padre e la profondissima relazione di comunione con Lui, immaginiamo l'atto creativo di tutto ciò che ci circonda e il dono stesso della vita di tutti gli esseri viventi, come l'incontenibilità dell'eterna comunione tra Padre e Figlio, che si travasa nella creatività dello Spirito Santo, sapienza del Padre e del Figlio, nell'opera della creazione. Donna Sapienza, personificata nel capitolo 8 del libro dei Proverbi, è per noi cristiani lo Spirito Santo, è l'architetto creativo della bellezza e dell'immensità del creato, perché tutto ci parla di gratuità, tutto è dono. Ogni cosa che ci circonda è impregnata di Spirito Santo! Il dono stesso della nostra esistenza in questo mondo è imbevuto di un misterioso disegno di gratutià.
I disastri naturali, causati dagli squilibri ecologici, oggi più che mai, portano la firma dell'irresponsabilità umana con la sua volontà di dominio e manipolazione della natura, in nome dell'idolatri del denaro. Senza uno sguardo contemplativo, usiamo e abusiamo delle cose del mondo offuscando la gloria del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. La forza devastante della Natura con i suoi terremoti e cataclismi di vaste proporzioni, sempre possibili, ci mettono in guardia sulla nostra mania di onnipotenza: anche se tutto è opera creativa del Padre, per mezzo del Figlio nello Spirito Santo, anche se ogni cosa e ogni esistenza si dona a noi come rivelazione di gratuità e bellezza, tuttavia è contrassegnata dal limite e dalla fragilità dell'essere creatura e non Creatore. Volgiamo dunque il nostro sguardo contemplativo all'opera della nostra madre Terra inserita nell'immensità dell'universo e diamo anche noi gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo dicendo con il salmista: «O Signore, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!» (Sal 8,2).
Se oggi vogliamo dare gloria a Dio per l'opera della sua creazione, vogliamo dirgli un infinito grazie anche per l'opera della sua redenzione. Il Padre, per mezzo del Figlio fatto uomo, con la forza della gratuità del suo amore riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo, non ci lascia in balia della nostra fragilità e dei nostri sbagli. Il nostro «già» è il vissuto passato da oggi al giorno del nostro concepimento. È un passato pieno di ricordi immagazzinati in noi, soprattutto di quelle azioni di cui siamo consapevoli della nostra responsabilità individuale, che hanno inciso indelebilmente anche in modo negativo le nostre relazioni e ci portiamo dentro le ferite aperte dei nostri peccati. È un passato fatto di storie di sofferenze, di perdite dolorose da accettare, che soffocano la gioia spontanea del vivere il momento presente e riducono le nostre speranze positive verso il futuro ancora da vivere, fino al giorno incognito della nostra morte. È un passato anche ricco di frutti fantastici di cui godere, soprattutto di quella rete di relazioni vere d'amore, di quella comunione con alcune persone significative della nostra storia, che diventa indistruttibile e tenace in tutte le prove che abbiamo già affrontato o stiamo cercando ancora di superare.
Il «già» del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo è radicalmente diverso dal nostro!
È un passato già avvenuto una volta per tutte attraverso la missione del Figlio eterno del Padre diventato uno di noi, fattosi servo dell'umanità, avendola assunta fino alla morte e alla morte di croce. È un «già» che ha vinto il dramma della morte, ha già vinto la prova della grande tribolazione dell'apparente sconfitta della giustizia e della pace da parte del potere dell'egoismo umano, perché Gesù è già ora per noi il crocifisso risuscitato dalla forza vitale dello Spirito Santo.
Il «già» del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo è la nuova ed eterna alleanza, già disponibile ora per ciascuno di noi, per tutta l'umanità di tutti i tempi e di tutti i luoghi, perché per mezzo del Cristo risorto ha trovato per sempre ospitalità nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo tutta la nostra fragile esistenza umana e tutta la fragile consistenza dell'opera della creazione. Tutto è già ricapitolato in Cristo. Scoprire questo mistero di comunione già disponibile è scoprire il dono della fede: non siamo noi che andiamo in cerca di Dio. Lui per primo è già venuto in cerca di noi, ci ha già amati, la sua risposta d'amore nei nostri confronti è già chiara e indiscutibile nel mistero della morte, sepoltura e risurrezione di Gesù.
Il «già» del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo è il dono già fatto a noi dello Spirito di verità, Spirito di consolazione, già effuso gratuitamente nei nostri cuori, già divenuto sigillo in noi che garantisce la nostra stabile dignità di figli amati del Padre, nella nostra condizione qui ed ora di peccatori già perdonati dal dono totale del Figlio sulla croce.
Il «non ancora» divino è la speranza, cioè la pazienza del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo che spera la nostra adesione di fede al mistero pasquale di Cristo, aspetta la nostra conversione ad una vita di unità nella carità in tutte le nostre relazioni, attende la nostra gioia di vivere e testimoniare la gloria del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo perché portiamo in noi la speranza che non delude.
Il nostro «non ancora» è la sfida della nostra libertà di scegliere ogni giorno di aggrapparci al dono della Parola di Dio. La Parola di Dio è una miniera di luce e sapienza, frutto dell'azione ispiratrice dello Spirito di Verità, che ha insegnato alla chiesa apostolica, guidata dai dodici, tutto ciò che potevamo sapere su Gesù per illuminare, giorno dopo giorno, il cammino della nostra esistenza. Il nostro futuro, il nostro «non ancora», che ci aspetta fino al giorno della nostra morte, rimarrà una incognita. Sappiamo che ci saranno alti e bassi, ma quanto più scegliamo la lettura orante di questa Parola di vita, tanto più ci sentiremo appartenenti al Corpo di Cristo e questa comunione tra noi nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo ci renderà forti nelle tribolazioni, gioiosi per il destino di eternità che ci attende nel cuore della Santissima Trinità.