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TESTO Commento su At 15,1-2.22-29; Sal 66; Ap 21,10-14.22-23; Gv 14,23-29

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VI Domenica di Pasqua (Anno C) (26/05/2019)

Vangelo: At 15,1-2.22-29; Sal 66; Ap 21,10-14.22-23; Gv 14,23-29 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 14,23-29

23Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. 24Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.

25Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. 26Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

27Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. 28Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. 29Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate.

Non si agiti il vostro cuore. Non abbiate paura.”

Così si apre, e si chiude, il 14esimo capitolo del Vangelo di San Giovanni, in cui ancora una volta l'invito di Cristo a non avere paura è costantemente presente nella relazione con i suoi discepoli, preparandoli alla sua Ascesa al cielo e al dono dello Spirito Santo.
Quante paure oggi nel cuore di ognuno di noi: paura per il futuro incerto, per il lavoro precario, per gli affetti vacillanti, per lo straniero vicino di casa, per il dolore, per la malattia, per la morte, per la solitudine dentro e fuori di sé, per la violenza gratuita o ingiustificata...
Siamo vacillanti come gli Apostoli sulla barca, che pur consapevoli della presenza di Cristo con loro, hanno paura; loro che ogni giorno per tre anni hanno visto, ascoltato, toccato il Figlio dell'Uomo, non si fidano e hanno paura...come noi oggi.
Cristo chiede a me, a te, a ognuno di noi solo una cosa: CREDERE in lui, avere fiducia in lui, seguirlo sulle sue orme attraverso la forza della sua PAROLA, e la potenza dello SPIRITO SANTO.
E questo chiedere si esprime meravigliosamente nei versetti giovannei 23-29 in cui Cristo dona le “istruzioni” per superare le nostre umane debolezze, però con una iniziale condizione pesante come un macigno “SE uno mi ama, osserverà la mia Parola... chi non mi ama, non osserva le mie Parole...” e così pure, nel proseguo giovanneo, Cristo mette un contrappunto condizionante alla sua sequela e alla coerenza del nostro agire “Vi lascio la mia pace, vi do la mia pace. Non COME la dà il mondo, io la do a voi”... una particella avverbiale, che troveremo anche nella universale preghiera del Padre nostro, e che non dobbiamo mai dimenticare, ma usare come parametro per seguirlo sulla strada della “santità” personale e collettiva.

Gli Atti degli Apostoli di questa domenica pongono in luce una criticità che è sempre stata presente sin dagli albori della Chiesa: l'UNITA' della Chiesa sulla Parola di Cristo e non sulla Legge rituale.
In merito a questo sarebbe utile rileggere il profondo trattato di Sant'Ireneo, Vescovo di Lione, ADVERSUS HAERESES, nel quale risalta in modo meraviglioso quale debba essere il cammino della Chiesa, nella tradizione viva della Fede: “Avendo ricevuto (da Cristo e dagli Apostoli) messaggio e fede, la Chiesa li custodisce con estrema cura, tutta compatta come abitasse in una unica casa, benché ovunque disseminata... Li proclama, li insegna e li trasmette all'unisono, come possedesse una unica bocca. Benché infatti nel mondo diverse siano le lingue unica e identica è la forza della tradizione...”
E chi assicura questa unità? Lo Spirito Santo assicura l'unità, la santità, la cattolicità, la apostolicità della Chiesa costituita da Nostro Signore Gesù Cristo.
Il cerchio si chiude. In questi testi di fatto troviamo come un filo consecutivo gli elementi portanti del nostro agire quotidiano come singoli, come coppia, come famiglia, come comunità: Fede, Speranza e Carità...che sono la nostra armatura paolina nel combattere la sfiducia, il nichilismo, l'edonismo, i falsi idoli di questo mondo.

Riflettiamo
- Quanti SE metto nella mia vita per timore di testimoniare il mio essere cristiano, come singolo, come coppia, come famiglia e come comunità?

Claudio Righi - CPM Pisa

 

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