TESTO Commento su Es 12,3.5a.6b-7
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Venerdì della XV settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (18/07/2003)
Brano biblico: Es 12,3.5a.6b-7
Dalla Parola del giorno
Parlate a tutta la comunità d'Israele e dite: Il dieci di questo mese ciascuno si procuri un agnello per famiglia, un agnello per casa. [...] Il vostro agnello sia senza difetto [...] tutta l'assemblea della comunità d'Israele lo immolerà al tramonto. Preso un po' del suo sangue, lo porranno sui due stipiti e sull'architrave delle case.
Come vivere questa Parola?
Ecco, oggi si tratta di penetrare nella forza di significazione che ha la simbologia di questo agnello. Presso il popolo d'Israele, durante la festa di primavera, si mangiava il pane senza lievito e l'agnello – primizia del gregge. Qui però lo stesso rito si approfondisce perché sta a significare una festa ben più importante: quella della liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù dell'Egitto. Ma noi leggiamo questa pagina con prospettive ormai trasfigurate e ancora più ampie. Infatti l'agnello immolato al tramonto è solo un simbolo. Il vero agnello mitissimo che viene sgozzato sul Golgota è Gesù, il Figlio del Dio Altissimo. Di lui disse bene Giovanni il Battista quando, additandolo ai sui discepoli proclamò: "Ecco l'Agnello di Dio, colui che toglie i peccati del mondo". E a togliere il lerciume di quel "mistero di iniquità" che è il peccato ci volle proprio il suo sangue. Solo a prefigurazione di quello che doveva avvenire, fu ingiunto agli Ebrei di porre il sangue dell'agnello sugli stipiti e sugli architravi delle case. E ora non è questo sangue del mitissimo Agnello del Golgota a permettermi di entrare nella mia vera casa che è quella dell'intimità con lui e delle energie che da questa intimità mi derivano? Senza il suo sangue la mia assoluta indegnità me lo impedirebbe.
Oggi, nella mia pausa contemplativa, faccio memoria di quando e come ricevo questo sangue. Lo ricevo ad ogni Eucaristia e ogni volta che vengo perdonato dai peccati nel sacramento della Riconciliazione. Ma è il caso che mi chieda con quali disposizioni interiori io mi accosto a questi sacramenti. Mi espongo davvero al sangue prezioso dell'Agnello immolato per infinito amore oppure entro nella routine abitudinaria?
Gesù, non permettere mai, ti prego, che io banalizzi il mio accostarmi a questi sacramenti. Piuttosto fammi sentire che io sono una tua pianticella che cresce e fiorisce solo se irrorata dal tuo sangue. Grazie, Signore!
La voce di una mistica del XX° secolo
O Gesù, com'era necessaria la tua passione! Come conveniva che il tuo cuore adorabile fosse trafitto per me! O Gesù! O Gesù! Il tuo cuore addolorato e sanguinante mi dice di non temere e di avere fiducia, me lo dice con tanta forza.
Raïssa Maritain