TESTO Commento su Es 3,13-14
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Giovedì della XV settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (17/07/2003)
Brano biblico: Es 3,13-14
Dalla Parola del giorno
«Mi diranno: Come si chiama? E io che cosa risponderò a loro?». Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!». Poi disse: «Dirai agli Israeliti: "Io sono" mi ha mandato a voi».
Come vivere questa Parola?
Quando Mosè riceve il mandato di andare dagli Israeliti con l'ordine di mettersi a capo del popolo e trarli fuori dall'Egitto, certo essi vorranno sapere in nome di chi egli viene da loro. Chi è dunque a inviarlo? La risposta di Dio è misteriosa e gli esegeti si accaniscono a precisarne, nella traduzione dall'ebraico, il significato. "Io sono colui che sono" o come altri traducono: "Io sono chi sono" vuole comunque alludere al fatto che Dio non puoi racchiuderlo in una formuletta, neppure di alta teologia. I suoi nomi sono tanti: l'Onnipotente, il Misericordioso, l'Onnipresente ecc. ma è certo che proprio subito dopo l'espressione misteriosa Dio nomina se stesso, a Mosè dicendo: «Dirai agli Israeliti "Io sono" mi ha mandato a voi». Davvero questa è la più profonda rivelazione di Dio. Ti fa percepire che è Lui l'unico soggetto, colui che non solo possiede l'essenza della vita, ma è la segreta sorgiva di tutto ciò che esiste. Quando io dico di me: Io sono, appongo subito una denominazione, quindi circoscrivo, restringo. Dico di me: Io sono un uomo; io sono Emilio; io sono giovane; io sono medico ecc. Invece Dio dice: "IO SONO". Il mare dell'essere è in Lui. E da Lui fluisce a noi. Tieni presente che, nel Nuovo Testamento, è detto di Lui: "Dio è amore". Così può balenare in te, per grazia, una scintilla del mistero e tu puoi, intuendolo, palpitarne di gioia. Sì, Dio è la pienezza della vita e dell'essere, e questa sua pienezza è Amore. Se poi Gesù dice: "Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora saprete che IO SONO" (Gv 8,28), il mistero ancora di più si manifesta nella follia della croce. Perché proprio lasciandosi innalzare sul patibolo più infame, Dio, l'Essere infinito in maestà e potenza, si è fatto folle debolezza per amore che riscatta e salva noi peccatori.
Nel mio rientro al cuore, oggi interiorizzo, in pausa contemplativa quello che mi circonda e chiudendo gli occhi, visualizzo tutto quanto di bello e di grande ho visto o posso immaginare. Poi prego:
O grande "IO SONO", Dio della vita e dell'essere in assoluta pienezza. O grande "IO SONO" che sei tutta l'autenticità dell'AMORE e la fonte sorgiva della mia capacità di amare, dammi uno sguardo che, a partire dal Crocifisso, abbraccia il mondo in un abbraccio di consolazione e di speranza. Converti il mio cuore a te, al tuo essere AMORE.
La voce di un contemplativo del XVI secolo
Accostati, anima mia, al tuo Dio, che abita in una luce inaccessibile e illumina ogni uomo, e contemplalo nella sua luce propria. Egli è colui dal quale riceve l'esistenza tutto ciò che esiste, dal quale proviene tutto ciò che è buono; anzi egli solo è il buono, egli solo l'unico vero bene.
Lanspergio