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TESTO Forti nelle situazioni del mondo

don Roberto Rossi   Parrocchia Regina Pacis

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XVI Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (17/07/2005)

Vangelo: Mt 13,24-43 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù 24espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. 25Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. 26Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. 27Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. 28Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. 29“No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. 30Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponételo nel mio granaio”».

31Espose loro un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. 32Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami».

33Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».

34Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, 35perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta:

Aprirò la mia bocca con parabole,

proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo.

36Poi congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». 37Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. 38Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno 39e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. 40Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. 41Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità 42e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. 43Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!

Forma breve (Mt 13,24-30):

In quel tempo, Gesù 24espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. 25Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. 26Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. 27Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. 28Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. 29“No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. 30Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponételo nel mio granaio”».

Dopo la parabola del seminatore il discorso sul regno continua con altre parabole sempre rivolte alla folla: la zizzania, il granello di senape e il lievito. La parabola della zizzania è seguita anche da una spiegazione data ai discepoli. La zizzania è un tipo di gramigna che a stento si distingue da buon grano fino al momento in cui sviluppa la spiga: ma ha un seme selvatico. La zizzania rappresenta il male, il frutto cattivo, che non serve, non nutre, anzi fa male.

La parabola, per bocca dei servi, pone alcune domande che angustiano tutti: "Da dove viene la zizzania? Dobbiamo strapparla subito?"

Sono interrogativi profondi: "Da dove viene il male, se il padrone semina solo il buon grano?"

Da dove viene il male che c'è nel mondo? Il mondo è fatto dal Signore ed è fatto per uno sviluppo buono. Il cuore dell'uomo è fatto dal Signore ed è per il bene. Perché allora c'è tanto male? Perché c'è sempre stato e forse sempre ci sarà?

Anche oggi, quante volte ci chiediamo: Perché quel terrorismo, quella violenza? Perché tante persone, anziché costruire la propria vita nell'onestà e nel bene, non pensano ad altro che a ingannare, sfruttare, opprimere? Perché per un ragazzo o una persona qualsiasi sarebbe molto più bello e più facile parlare bene, cercare le cose pulite, i valori della bontà, dell'amore, del servizio, invece si lascia andare a tante scompostezze nel seguire una mentalità mondana egoista? Perché il male? Perché tutto questo male? Quando Dio ci ha fatti per il bene, quando Cristo ci ha salvati dal male e ci ha dato l'insegnamento e la possibilità del bene?

Gesù afferma: "Un nemico ha fatto questo!". Un nemico: il nemico di Dio, il maligno, come già era affermato nel libro della Genesi: il tentatore dell'uomo che vuole mettere l'uomo nella disobbedienza a Dio e così rovina se stesso.

La presenza e l'opera del nemico può esprimersi in svariate maniere, confondendo le idee e gli animi, facendo apparire come cosa buona ciò che è male, tentando in molti modi.

C'è chiaramente la libertà e la responsabilità dell'uomo di assecondare la tentazione e compiere il male, di crescere come la zizzania oppure di lottare contro il male e di fare il bene, di far fruttare il seme buono della parola di Dio. Gesù parla del giudizio che avverrà alla fine: il fuoco che brucia la zizzania. Il Figlio dell'uomo che manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno tutti gli scansali e gli operatori di iniquità e li getteranno nella rovina. E i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Si tratta di coltivare il buon seme nelle mani di Dio e non diventare zizzania nelle mani del nemico.

Se questo è lo sviluppo e la conclusione della vita degli uomini e della loro vicenda, nel frattempo c'è tutto l'insegnamento fondamentale della parabola che Gesù ci vuol far comprendere.

I servi chiedono: Dobbiamo andare subito a sradicare la zizzania? Anche noi - sentendoci giusti - vorremmo eliminare subito persone e cose che portano avanti il male. La risposta è: La zizzania non va strappata subito. Gesù insegna a non sorprenderci, a non scandalizzarci e dà istruzioni su come si deve vivere nella situazione presente in cui il bene e il male convivono inseparabilmente.

Il mondo, come la stessa Chiesa, non sono fatti di soli giusti e si deve imparare ad accettare con pazienza questo fatto, senza per questo scendere a compromessi col male. La pazienza è motivata con il rischio di compiere un giudizio affrettato, mentre "non si deve giudicare nulla prima del tempo, finché non venga il Signore", come scrive S. Paolo.

Ma l'insegnamento di Gesù in tutte queste parabole, pur essendo realista, è sempre molto incoraggiante. In ogni tempo il grano sta crescendo, nessuna zizzania, nessun ostacolo lo bloccherà, non bisogna farsi impressionare o angustiare o avvilire dalla zizzania, dalle situazioni che ci fanno soffrire. Tanto seme cade su terra buona e porta molto frutto. Il seme cresce buono e abbondante pur in mezzo alla zizzania. Il seme, piccolo come un granello di senape può diventare un grande albero e come un po' di lievito può fermentare tutta la pasta. Questo è il regno di Dio che è seminato, cresce, si sviluppa nella storia degli uomini e che porta alla salvezza dei giusti che splenderanno come il sole nella casa del Padre.

Di fronte ai problemi e al male del mondo occorre stare attenti a non perdere la speranza. La speranza è la certezza che il Signore porterà a compimento ciò che ha promesso. Si tratta di credere a Dio, si tratta di costruire la speranza con l'amore, la carità.

La speranza molte volte ci è testimoniata dai poveri, dai martiri, da tanti profeti che Dio sa suscitare in ogni tempo. Dai poveri, perché essi sanno cosa significa guardare al futuro sapendo desiderare che sia veramente diverso e migliore; dai martiri, perché essi sono talmente attaccati a Dio e danno persino la vita perché sanno che c'è un'eternità che è davvero infinitamente più grande della nostra esistenza terrena; dai profeti del nostro tempo, perché essi, pur conoscendo i problemi molto più di tanti altri, sanno indicare la strada del bene e dell'impegno perché si realizzi il progetto di Dio per il bene di tutti gli uomini.

 

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