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TESTO Commento su Mt 18,23-30.35

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Martedì della III settimana di Quaresima (26/03/2019)

Vangelo: Mt 18,21-35 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 18,21-35

21Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». 22E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.

23Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. 24Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. 25Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. 26Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. 27Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.

28Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. 29Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. 30Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.

31Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. 32Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. 33Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. 34Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. 35Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».

”Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: «Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa». Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: «Restituisci quello che devi!». Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: «Abbi pazienza con me e ti restituirò». Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito. Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».”
Mt 18,23-30.35

Come vivere questa Parola?
Il perdono di Dio è davvero il “dono donato”: il “per-dono”; è quel dono che ci aiuta a cambiare la vita se accolto con verità, con sincerità. La forza del Suo Amore in noi, non può lasciarci indifferenti, ha la forza di cambiare la nostra vita se gliela lasciamo cambiare. Se lasciamo entrare il Bene, nel cuore, nella mente, la nostra relazione con gli altri cambia, come cambia, il nostro sguardo su Dio. La nostra vita si converte alla logica della compassione, del perdono ricevuto e donato che solo in questo modo diventa vero ed efficace per noi e per gli altri.

“Signore aumenta la mia fede”

La voce di Papa Francesco
«...chiedere perdono non è un semplice chiedere scusa» ma è essere consapevoli del peccato, dell'idolatria che io ho fatto, delle tante idolatrie; in secondo luogo, Dio sempre perdona, sempre, ma richiede anche che io perdoni, perché se io non perdono, in un certo senso è come se chiudessi «la porta al perdono di Dio». Una porta invece che dobbiamo mantenere aperta: lasciamo entrare il perdono di Dio affinché possiamo perdonare gli altri.»
meditazione mattutina nella cappella della domus sanctae marthae, martedì, 10 marzo 2015.

suor Monica Gianoli FMA - gianoli.monica@gmail.com

 

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