TESTO Di Vita In Vita.
don Cristiano Mauri La bottega del vasaio
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Vangelo: Mc 12, 18-27
Spunti Di Lectio
Si è appena conclusa la disputa con farisei ed erodiani che entrano in scena i sadducei per un'altra controversia. Ricchi aristocratici del mondo sacerdotale, erano in contrasto con i farisei per una diversa dottrina relativa all'immortalità dell'anima e alla resurrezione dei morti.
Si rivolgono a Gesù con un tono di adulazione ipocrita a cui i farisei ci hanno abituato nei versetti precedenti.
La questione è attorno al tema della resurrezione dei morti. Sottopongono a Gesù la valutazione di un caso paradossale che, a loro dire, dimostrerebbe l'inesistenza della resurrezione.
I toni sono palesemente sarcastici e l'esempio che usano è così paradossale da sembrare una burla. Attaccano la credenza della resurrezione buttandola in ridicolo.
A fondamento dell'esempio c'era la regola del levirato, secondo la quale il cognato era tenuto a sposare la moglie del fratello morto senza figli per garantire una discendenza. La loro idea è che Mosè mai avrebbe stabilito tale regola se avesse creduto alla resurrezione onde evitare i problemi da loro ipotizzati.
Gesù li rimprovera per un doppio errore.
La loro obiezione varrebbe se l'al di là fosse un semplice prolungamento del presente, ma per Gesù non è così. L'al di là è qualcosa di totalmente nuovo e le relazioni umane vengono relativizzate rispetto a quella fondamentale con Dio.
Inoltre ricorda loro, richiamando l'appellativo con cui Mosè lo conosce, che il Dio che ha liberato dall'Egitto non può certo lasciare l'uomo in balìa della morte. Se Dio è il Dio dei vivi, non può certo aver lasciato i suoi patriarchi tra le grinfie della morte.
Per Gesù, la fede nella resurrezione è un'implicazione della fede in Dio. Dubitare della resurrezione significa credere che la morte è più potente della volontà divina di dare sempre la vita.
Perciò i sadducei dimostrano di non conoscere Dio e nemmeno le Scritture. Il loro tentativo di ridicolizzare la resurrezione facendone un prolungamento della vita terrena fallisce davanti all'evidenza dei ragionamenti di Gesù.
Spunti Di Meditatio
Non il comandamento dell'amore, non la logica del servizio disinteressato, nemmeno forse la compassione di Dio. La novità tutta cristiana - quella che solo Cristo porta - è un Uomo sopravvissuto alla tomba.
E se quell'Uomo è Figlio di Dio, significa che Dio è nemico della morte definitiva, che essa non è sua volontà mai e in nessuna occasione, che Egli non lascerà alcuno dei suoi figli nel regno delle tenebre, che il suo desiderio di vita è così potente da trasformare quella nemica in un'alleata, attraverso cui introdurre l'uomo in un'esistenza senza più limiti né confini.
Questa è una “rivoluzione”. Questa è la “rivoluzione cristiana”.
Perché se cambia la morte, cambia ogni cosa di questo mondo da sempre sottoposto ad essa.
Cambia l'uomo, cambia Dio, cambia il perché delle cose, cambiano le prospettive per valutarle, cambiano le priorità, cambiano le relazioni sociali, cambia l'amore, cambia il senso della fatica.
Senza la paura della morte, senza la possibilità di minacciare e di incutere timore, mutano i rapporti di forza e cadono i sistemi di potere - politico o religioso - che sulla forza della morte sempre si sono costruiti.
Se la morte è vuota, questa vita non è più un tempo da spremere consumando ogni cosa che ci capita di fronte come fosse l'unica. Questo non è più un palcoscenico su cui doversi affermare anche a costo di schiacciare l'altro. Questa non è più una terra di cinismo e furberia da attraversare come fosse un gioco ad eliminazione.
Senza lo spettro della morte che incombe si costringono le società a ristrutturarsi, le economie a ripensarsi, gli organismi politici a reinventarsi, i sistemi di pensiero a riorganizzarsi, le priorità personali a rivedersi.
Con il sepolcro vuoto, soprattutto, non c'è più modo di tenere in scacco l'uomo, di sottometterlo e di dominarlo. La pietra ribaltata è un proclama di libertà senza fine.
Per questo sono duemila anni che tentano di rimettere la pietra al suo posto. Che non si veda, che non si sappia, che non si senta. Che la morte non sia svelata nella sua impotenza davanti allo strapotere vitale di Dio, che continui ad apparire la più forte, l'invincibile.
La vita cristiana consiste anzitutto nel tenere lo sguardo fisso sul sepolcro vuoto e, indicandolo, annunciare Cristo vivo.
E poi, svuotare dall'interno le logiche di morte non rispondendo mai con la stessa moneta ma sempre con quella della vita. Dare forma all'esistenza come una quotidiana promessa di futuro, nel nome dalla Pasqua del Cristo Crocifisso e Risorto. Combattere le quotidiane lotte nello spirito, contro le paure che vogliono rinchiudere sotto chiave la fede, la speranza, la carità.
L'unica cosa a cui i cristiani devono montare di guardia è quella pietra, perché resti così: rotolata via, per sempre. Insieme alla paura della morte.