TESTO Commento su Mc 2,23-28
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Martedì della II settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (22/01/2019)
Vangelo: Mc 2,23-28
«Di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe. I farisei gli dicevano: «Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?». Ed egli rispose loro: «Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell'offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni?». E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato!»
Mc 2,23-28
Come vivere questa Parola?
Perciò il Figlio dell'uomo è signore anche del sabato». «Umanesimo veramente “integrale” è quello che “integra” uomo e Dio, che mostra l'inscindibile compenetrazione della componente umana con quella divina: un uomo che voglia essere veramente tale lo si definisce a partire dal “fattore Dio”! Così si restituisce alla creatura la sovrana dignità che il Creatore gli ha attribuito sin dall'inizio, coronandolo di gloria e di onore (Sal 8). Gesù ha comprovato tale verità non soltanto con un'audace sottolineatura scritturistica, ma trasformando la lettera della Legge in carne della sua carne, Egli vero “Figlio dell'uomo” e vero Dio, compagno di ognuno nei labirinti della storia, di cui coglie i frutti maturi e in cui apre nuovi sentieri. Sterminate distese biondeggianti di grano, impossibili da dominarsi con uno sguardo... Imponente meraviglioso lavoro di chi si pone alla sequela di Gesù, la cui parola assimilata nelle brevi soste è cibo indispensabile per recuperare le energie: “non metterai la museruola al bue mentre sta trebbiando”» (Dt 25,4).
E' segno di grande maturità umana riconoscere e concedersi la possibilità di dare respiri ampi e profondi alle nostre giornate mettendo ordine e dando le giuste priorità: con un riposo opportuno, con pause di riflessione e meditazione, con letture edificanti, evitando forme di distrazione che anziché rigenerare stordiscono e offuscano l'anima
La voce di un Santo
“Si chiamano esercizi spirituali i diversi modi di preparare e disporre l'anima a liberarsi da tutte le affezioni disordinate e, dopo averle eliminate, a cercare e trovare la volontà di Dio nell'organizzazione della propria vita in ordine alla salvezza dell'anima”.
Ignazio di Loyola
Don Enrico Emili - enricoemili@tiscali.it