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TESTO Commento su Lc 2,25-32

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29 Dicembre - V giorno fra l'Ottava di Natale (29/12/2018)

Vangelo: Lc 2,22-35 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

«Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d'Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch'egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele».»
Lc 2,25-32

Come vivere questa Parola?
Lo Spirito Santo è su Simeone, come su tutti i profeti. Lo Spirito lo guida, compie le promesse, lo porterà ad incontrarLo e Simeone può prendere tra le braccia Gesù. Simeone è l'uomo giunto alla maturità spirituale, ormai pronto all'incontro, capace di volgere lo sguardo sul volto stesso di Dio. Lo Spirito gli permette di riconoscere in quel Bambino, anche se debole e fragile, il Cristo del Signore. Simeone non si fa domande sul perché incontra Dio in quel modo, ma incrociando il suo sguardo lo riconosce e con umiltà e semplicità lo accoglie tra le braccia. Simeone non ha dubitato ad accogliere Dio in quel bambino: ecco perché lo incontra.

Signore Gesù, fa' che la nostra mente e il nostro cuore non siano appesantiti da ragionamenti e pensieri che non ci permettono di incontrarti e farTi incontrare, nel/al fratello che abbiamo davanti!

La voce di La voce di Papa Francesco
«La festa della presentazione, soprattutto nell'Oriente, viene chiamata festa dell'incontro. In effetti, nel Vangelo che è stato proclamato, vediamo diversi incontri (cfr Lc 2,22-40). Nel tempio Gesù viene incontro a noi e noi andiamo incontro a Lui. Contempliamo l'incontro con il vecchio Simeone, che rappresenta l'attesa fedele di Israele e l'esultanza del cuore per il compimento delle antiche promesse.[...] Possiamo vedere in questo l'inizio della vita consacrata. I consacrati e le consacrate sono chiamati innanzitutto ad essere uomini e donne dell'incontro. La vocazione, infatti, non prende le mosse da un nostro progetto pensato “a tavolino”, ma da una grazia del Signore che ci raggiunge, attraverso un incontro che cambia la vita. Chi incontra davvero Gesù non può rimanere uguale a prima. Egli è la novità che fa nuove tutte le cose. Chi vive questo incontro diventa testimone e rende possibile l'incontro per gli altri; e si fa anche promotore della cultura dell'incontro, evitando l'autoreferenzialità che ci fa rimanere chiusi in noi stessi.»
Papa Francesco, FESTA DELLA PRESENTAZIONE DEL SIGNORE, 2 febbraio 2016

suor Monica Gianoli FMA - gianoli.monica@gmail.com.

 

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