TESTO Commento su Matteo 7,21-29
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Giovedì della XII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (26/06/2003)
Vangelo: Mt 7,21-29
Dalla Parola del giorno
Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.
Come vivere questa Parola?
Pregare è indispensabile come respirare. Ma guai se pregare è un gettare al vento parole su parole quando – di fatto – esse non hanno radice nell'amore. E l'amore (ciò per cui siamo creati e a cui aspiriamo con tutto noi stessi) in definitiva è una decisione: quella di compiere la volontà di Colui che ci ama e che amiamo. Per questo alla fine di tutto, saremo giudicati sull'amore come adempimento vero di quello che è l'unico precetto del Signore: "Ama Dio con tutto il cuore, la mente, le forze e ama il prossimo tuo come te stesso". Aver compiuto opere strepitose come il cacciare demoni o far miracoli o profetare in nome di Dio, non solo non otterrà apprezzamento, ma il Signore addirittura dirà: Non vi ho mai conosciuto". Se teniamo presente la pregnanza del verbo "conoscere" nella Bibbia, capiremo bene che è come se dicesse: Non mi avete aperto la porta del cuore, avete "giocato" a fare spettacolo del vostro ego, fuori dalla mia volontà che è salvezza per voi e per quanti avvicinate. Così mi avete impedito di realizzare concretamente con voi l'alleanza, il patto d'amore nuziale dentro la vostra vita.
Oggi, nella mia pausa contemplativa, chiedo allo Spirito di far chiarezza sui miei progetti, sulle scelte che vado facendo giorno dietro giorno. So bene che cosa il Signore vuole da me? Mi faccio eventualmente aiutare a conoscere il suo progetto su di me? Oppure facilmente sono in preda all'istintività di quello che mi pare e piace, senza un amore ordinato e dedicato a Dio, tramite il servizio ai fratelli?
Signore, tu nel vangelo odierno mi aiuti a visualizzare "l'uomo saggio che costruisce la sua casa sulla roccia". Dammi la saggezza di un cuore che, conoscendosi debole e in balia di tentazioni, si appoggia a te, costruisce su di te e sulla tua volontà di amore la casa della propria vita che solo amando si realizzerà.
La voce di un appassionato cultore della Parola
Prima Gesù ha detto che coloro i quali manifestano esteriormente una vita onesta non debbono essere accolti se le loro dottrine sono malvagie; ora, al contrario, afferma che non si deve dar credito a coloro i quali, mentre possono vantare l'integrità della loro fede, vivono disonestamente, distruggendo con le loro malvagie opere la purezza della dottrina. L'una e l'altra virtù è infatti necessaria ai servi di Dio, in modo che le opere siano confermate dalle parole, e le parole dalle opere.
S. Girolamo