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TESTO Commento su Lc 21,34-36

Casa di Preghiera San Biagio FMA   Home Page

Sabato della XXXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (01/12/2018)

Vangelo: Lc 21,34-36 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

«34State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all'improvviso; 35come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra.36Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell'uomo».
Lc 21,34-36

Come vivere questa Parola?
Il monito a vegliare pregando ci parla della nostra realtà ancora perfettibile di uomini, esposti ai rischi di un mondo che ha rifiutato Dio, che percorre binari lontani dal Vangelo. Contro il principe di questo mondo abbiamo un'arma: la tenacia della nostra fede unita alla perseveranza nel seguire i comandi del Signore. C'è sempre il rischio di adagiarci sulle nostre conquiste, di riposare contentandoci di una tranquillità ingannevole. Il vero cristiano non cede alle lusinghe di chi vorrebbe a poco a poco privarlo del suo possesso più prezioso, che è il riporre la sua speranza solo in Dio. E' in questa cooperazione fra volontà e grazia che sta la virtù di colui che è in grado di attendere la venuta di Cristo, di chi non si stanca di levare gli occhi lassù, dove ci attende la vera ricompensa.

Decido con discernimento di operare qualche taglio, qualche rinuncia, di sopportare qualche sacrificio, consapevole che non è il possesso materiale delle cose ad elevare la qualità della mia vita, ma piuttosto la motivazione ultima, l'amore che investo nel programmare le mie scelte: solo questo può donarmi la soddisfazione di essere stato fedele ai miei propositi.

La voce di un Padre Della Chiesa
“Ciascuno, lottando contro la sua concupiscienza, preghi per non entrare in tentazione, cioè per non essere da quella attratto ed allettato. Ma non entra in tentazione, se vince con la volontà buona la cattiva concupiscienza. Eppure non è sufficiente l'arbitrio della volontà umana... In effetti se il nostro Salvatore avesse detto «Vegliate» per non entrare in tentazione, sembrerebbe ammonire esclusivamente la volontà dell'uomo; ma quando aggiunge: «e pregate», dimostra che è Dio a fornire l'aiuto per non entrare in tentazione”
Sant'Agostino, La grazia e il libero arbitrio

Don Enrico Emili - enricoemili@tiscali.it

 

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