TESTO Commento su Lc 21,20-28
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Giovedì della XXXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (29/11/2018)
Vangelo: Lc 21,20-28
«20Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. 21Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna non tornino in città;22quelli infatti saranno giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto si compia. 23In quei giorni guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. 24Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti. 25Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, 26mentre gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. 27Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con grande potenza e gloria.28Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».
Lc 21,20-28
Come vivere questa Parola?
Perché venga inaugurato il Regno nuovo del Signore è necessario che si infranga definitivamente il Regno vecchio, quello del peccato e della nostra resistenza a convertirci all'amore di Dio. L'aver costruito - accade spesso - le nostre sicurezze su basi effimere ci fa tremare davanti a queste parole di Gesù, al pensiero che la nostra stabilità altro non è che una costruzione artificiosa e ovattata destinata a svanire da un momento all'altro. Il Signore non smentisce se stesso, non vuole illuderci. Questa sezione del Vangelo di Luca è chiamata “Grande apocalisse”, e le immagini che vi troviamo ci proiettano in uno scenario di morte e desolazione. Ciò su cui abbiamo erroneamente impostato il nostro equilibrio esistenziale rivelerà prima o poi la sua inconsistenza, crollerà come fu per Gerusalemme nel 70 d.C. Proprio in questo sta la nostra liberazione: le nostre false sicurezze sono catene che ci impediscono di spiccare il volo, paure ataviche che ci costringono ad un'inerzia fatale. Il Cristianesimo ha emanato una forza spirituale capace di travolgere le strutture del mondo antico; se nella storia umana tutto vacilla e crolla, Gesù offre a noi oggi la possibilità di orientare il cuore verso la luce e la verità che nulla potrà distruggere.
Coltiverò volentieri nel cuore un proposito grande di cambiamento, prenderò in considerazione anche scelte coraggiose ed audaci, crescerò nel docile abbandono verso il Signore, e sulla sua parola metterò in pratica quanto lo Spirito nella preghiera mi suscita.
La voce di un Padre della Chiesa
“I sensi per il corpo umano sarebbero inutili se venissero meno i requisiti per il loro esercizio... Allo stesso modo l'anima dell'uomo, se non avrà attinto per mezzo della fede il dono dello Spirito Santo, ha sì la capacità di intendere Dio, ma le manca la luce per conoscerlo” Sant'Ilario, Trattato sulla Trinità
Don Enrico Emili - enricoemili@tiscali.it