TESTO Commento su Gv 2, 19-22
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Dedicazione della Basilica Lateranense (09/11/2018)
Vangelo: Gv 2,13-22
13Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. 14Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. 15Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori dal tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, 16e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». 17I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divorerà.
18Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». 19Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». 20Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». 21Ma egli parlava del tempio del suo corpo. 22Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.
«Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.»
Gv 2, 19-22
Come vivere questa Parola?
Il tempio del suo Corpo, il Corpo del Risorto, è il nuovo tempio e in Lui ogni “carne umana” diventa dimora di Dio tra gli uomini. E' il volto umano di Gesù il luogo in cui ogni uomo può incontrare lo sguardo del Padre, contemplare il Suo volto e ascoltare la Sua parola. Ognuno è chiamato a diventare “luogo d'incontro con Dio e di Dio” per sé e per gli altri. Ancora oggi il Suo Corpo ci parla e ci parla dalla sua carne: i fratelli più deboli, fragili, poveri, o quella parte di noi che è più debole, fragile, povera.
Signore, Tu che continui a costruire la tua Chiesa con pietre vive, rendici tua dimora. Il tuo Spirito ci renda trasparenza della Tua Gloria e memoria della Tua Presenza. Amen.
La voce di Papa Francesco
“Camminiamo nel mondo come Gesù e facciamo di tutta la nostra esistenza un segno del suo amore per i nostri fratelli, specialmente i più deboli e i più poveri, noi costruiamo a Dio un tempio nella nostra vita. E così lo rendiamo “incontrabile” per tante persone che troviamo sul nostro cammino. Se noi siamo testimoni di questo Cristo vivo, tanta gente incontrerà Gesù in noi, nella nostra testimonianza. Ma - ci domandiamo, e ognuno di noi si può domandare -: il Signore si sente veramente a casa nella mia vita? Gli permettiamo di fare “pulizia” nel nostro cuore e di scacciare gli idoli, cioè quegli atteggiamenti di cupidigia, gelosia, mondanità, invidia, odio, quell'abitudine di chiacchierare e “spellare” gli altri? Gli permetto di fare pulizia di tutti i comportamenti “contro Dio, contro il prossimo e contro noi stessi”?
Angelus 8 marzo 2015
suor Monica Gianoli FMA - gianoli.monica@gmail.com.