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TESTO Commento su Lc. 10, 38-42

Casa di Preghiera San Biagio FMA   Home Page

Martedì della XXVII settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (09/10/2018)

Vangelo: Lc 10,38-42 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

«Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c'è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».
Lc. 10, 38-42

Come vivere questa Parola?
Gesù a Betania trova il calore dell'ospitalità. Nomade com'egli è, senza neppure una pietra come guanciale per la notte, in quella casa periferica egli gusta il sapore dell'amicizia, dell'intimità.
Da un lato c'è Marta, «tutta presa dai molti servizi... preoccupata e agitata per molte cose». Essa è assorta nel servire, il suo agire diventa assoluto, la frenesia delle cose colma l'intera persona non lasciandole più nessuno spazio aperto. Dall'altra parte c'è Maria la cui rappresentazione ideale non è tanto nella sua posizione materiale («seduta ai piedi di Gesù») ma nel significato simbolico di quel gesto che nel linguaggio biblico indica il discepolato. Infatti la frase fondamentale che la descrive è: «ascoltava la sua parola».
Gesù stigmatizza non certo il darsi da fare di Marta, ma l'affannarsi e il preoccuparsi che segnano negativamente il suo agire. A proposito di Maria, invece, Gesù afferma che la sua scelta riguarda l'unica cosa che conta. Quest'unica cosa è l'ascolto della Parola. Gesù vuole essere accolto sì, ma ci dice pure come vuole essere accolto!

Signore Gesù è bello saperti bisognoso di ospitalità, perché consegnato totalmente alla predicazione del Regno non avevi casa né famiglia propria. Il Regno però ti regalò amici che ti accoglievano, perché familiari tuo erano coloro che ospitavano il Vangelo di Dio nel cuore. Grazie perché cerchi ospitalità anche da me. Insegnami a saper accoglierti come Maria.

La voce di uno scrittore italiano
«Per ritrovare un'idea dell'uomo, ossia una vera fonte di energia, bisogna che gli uomini ritrovino il gusto della contemplazione. La contemplazione è la diga che fa risalire l'acqua nel bacino. Essa permette agli uomini di accumulare di nuovo l'energia di cui l'azione li ha privati»
Alberto Moravia

don Pascual Chàvez, SDB - info@sanbiagio.org

 

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