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TESTO Slegatemi i piedi...

don Angelo Casati   Sulla soglia

Domenica che precede il martirio di S. Giovanni il Precursore (Anno B) (26/08/2018)

Vangelo: Mt 10,28-42 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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28E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo. 29Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. 30Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. 31Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!

32Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; 33chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli.

34Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. 35Sono infatti venuto a separare l’uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; 36e nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa.

37Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; 38chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me. 39Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà.

40Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. 41Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. 42Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».

Questa domenica è in vista della memoria di un martirio, quello di San Giovanni Battista che ricorrerà tra pochi giorni. L'ombra del martirio è drammaticamente evocata anche dalla lunga lettura tratta dal libro dei Maccabei, dove le parole di Gesù: "Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima" sembrano anticipate, nel tempo, dall'esempio di questa madre, madre di sette figli, che - dopo che di figli gliene hanno uccisi a motivo della fede sei - esorta l'ultimo a non rinnegare la fede dei padri. E l'ultimo, il più giovane, resiste al sovrano, con la sua fede limpida ma anche con la fierezza di chi non tace davanti all'oppressore.

Io - ve lo confesso - leggevo il racconto e mi sentivo piccolo. Dentro di me riaffiorava a ondate una domanda. Mi chiedevo: "Ma io, in un'occasione simile, sarei stato capace di questo, capace di tanto? Oggi ne sarei capace?". Ho molti dubbi. E poi - perdonate la connessione dei pensieri - il numero sette, sette figli, mi chiamava alla memoria un papà, anche lui sette figli - sette gliene avevano ammazzati nei giorni della resistenza - il papà Cervi. Alla fine riprese l'aratro e ritornò ai campi. "A raccolto distrutto, / uno nuovo se ne prepari" disse. Ritorno ai figli, alla madre, al padre, per farvi notare che queste parole di Gesù, "non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima", parole, che, a un primo impatto, potrebbero quasi sembrare una sfida improponibile agli umani, sono diventate storia, storie limpide di uomini e donne lungo i tempi, uomini e donne in cui la paura non ha vinto.

Raccogliamo le loro parole come un testamento, quasi un lascito, a dire a noi, oggi, che alla disumanità - perché di disumanità si tratta! - risposta non è il silenzio, non è la pavidità, non è l'acquiescienza, è la voce, è il coraggio, è la ribellione. Ricordo alcune delle parole che raccolse padre David Maria Turoldo, evocando la testimonianza di condannati a morte della resistenza. Così le annotava e senti bussare la commozione al leggerle: Un altro che diceva: "mi hanno messo in catene ma il mio cuore è libero di sperare di credere: se domani muoio slegatemi i piedi..."; E un altro: "muoio giovane, molto giovane, ma non mi uccideranno, mi faranno vivere per sempre"; E un altro: "tutti voi a casa Inginocchiatevi all'alba", e un altro: "ricordatemi con una parola sommessa e senza rancore"; e un altro: "alle sei avremo la messa poi la comunione, poi la partenza"...

Perdonate se oggi mi sto fermando su queste parole di Gesù: "Non abbiate paura...". Perché sono parole che, come abbiamo visto, hanno creato nel tempo donne e uomini liberi. Che hanno sfidato persecutori e morte. Con una certezza indubitabile in molti di loro. Quella che risuonava nelle parole di Gesù che racconta di un Dio per il quale tu conti, comunque tu conti: "Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!".

Dunque tu vali, proprio tu. Tu vali, per Dio. E non devi essere chissà chi per contare per Dio! Gesù prende ad esempio gli ultimi degli uccelli, quelli che si vendono per un soldo. Puoi essere fragile come un vaso di creta, ma in te opera la potenza di Dio. Pensate alla sfida custodita in queste parole di Paolo che oggi abbiamo ascoltato: "Noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, affinché appaia che questa straordinaria potenza appartiene a Dio, e non viene da noi. In tutto, infatti, siamo tribolati, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi".

E dunque "non abbiate paura": continuo su queste parole e su queste parole vorrei finire. Gesù sta preparando i discepoli alla loro missione, e dopo aver parlato della mitezza e della sobrietà che li dovranno contraddistinguere nel mondo, non tiene nascoste loro difficoltà e opposizioni che potranno trovare lungo il cammino. Non vuole nascondere i giorni in cui il loro cuore sarà sorpreso da paura. E' umano che sia così. E' umano che a volte, anche oggi, ci prenda paura. Ma dove sta la novità di Gesù, del suo messaggio, del vangelo? La novità del rabbi di Nazaret è che Gesù non cavalca le paure, libera il cuore dalle paure.

Ai suoi tempi, ma non solo ai suoi, autorità politiche e religiose, cavalcando la paura, tenevano assoggettato il popolo: legavano a sé, al potere la gente. Non sempre indugiamo a pensare come paura e schiavitù siano in stretta connessione e come una paura abilmente astutamente orchestrata faccia il successo e la fortuna di chi vuole strumentalizzare, a se stesso e ai propri fini, una società. Il vangelo è percorso dall'inizio alla fine - e dovremmo chiederci perché - da questo insistente richiamo: "non temete... non abbiate paura". Perché il vangelo è per la libertà, la libertà dei resistenti. Non sei dunque donna o uomo del vangelo se cavalchi la paura. Lo sei se liberi dalla paura.

E' la vittoria della fede sulle paure che ci rende liberi e resistenti. Non schiavi, ma donne e uomini del futuro. Ci slega i piedi. "Se domani muoio, slegatemi i piedi".

 

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