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TESTO Voglio andare ancora con Gesù

don Giacomo Falco Brini   Predicatelo sui tetti - blog personale

XXI Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (26/08/2018)

Vangelo: Gv 6,60-69 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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60Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?». 61Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? 62E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? 63È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. 64Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. 65E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre».

66Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. 67Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». 68Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna 69e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».

Un saluto cordiale a tutti mentre riprendo questo ministero dopo l'annuale missione di predicazione e servizio all'estero. Nelle scorse domeniche abbiamo ascoltato alcuni brani del discorso di Gesù sul pane. Oggi il vangelo ci offre un breve resoconto sulle reazioni degli astanti al discorso. E, come sempre, offre a noi una chiave di lettura per interrogarci sulla nostra “tenuta” di fede davanti alle parole di Gesù: dove ci troviamo? Tra coloro che si scandalizzano e si allontanano da Lui, o tra coloro che si interrogano, come Pietro, sulla propria relazione con Cristo? In più di una occasione ci siamo soffermati a riflettere sullo scandalo che provoca la fede in Gesù. Il verbo scandalizzare esce qui per la prima volta nel vangelo di Giovanni (Gv 6,61). L'oggetto dello scandalo è che il pane di vita di cui ci parla sia la sua carne (la sua concreta persona) donata per la salvezza degli uomini. E' un altro modo di porci davanti allo stesso scandalo della Croce. Forse anche noi tante volte ci siamo abituati a celebrare l'eucarestia senza il necessario aggancio in profondità con la rivelazione che Gesù fa di sé nel sacramento. Forse anche noi siamo tra quelli che, tra le tante espressioni verbali che proferiamo, diciamo implicitamente a Lui e agli altri questa parola è dura! Chi può ascoltarla? (Gv 6,60).

Dunque non solo i Giudei mormorano, ma anche i discepoli. C'è qualcosa nella assoluta novità del cristianesimo che espone allo scandalo gli stessi cristiani di ogni tempo. Il rinnegamento o (ahimè!) il tradimento, sono sempre dietro l'angolo. Il dogma dell'incarnazione che gli antichi padri espressero nella celebre frase caro salutis cardo resta un mistero mai totalmente penetrabile. E' dunque importante avvertire in sé lo scandalo della carne di Cristo. Chi non si lascia sottoporre a questo scandalo, cammina nella convinzione di essere credente e invece si ritroverà tra gli increduli: ma tra voi vi sono alcuni che non credono (Gv 6,64). Insomma, per poter essere tra i beati che non si scandalizzano di Gesù (Mt 11,6) bisogna attraversare e superare lo scandalo della carne crocifissa del Signore. Se perciò vuoi sapere qualcosa circa la tua fede, chiediti se sai cos'è che ha vissuto Pietro con i Dodici. Se non lo sai, meglio non far finta di sapere. Perché nessuno può venire a me se non gli è concesso dal Padre (Gv 6,65). Capito? Uno dietro a Gesù ci va solo se è attratto e se è disposto a lasciarsi scandalizzare da Lui. Diversamente, “pensa” di seguire/aderire a Gesù, e invece... La fede è paradosso, e chi vuole plasmarla in uno schema logico...rischia grosso!

Facciamo qualche esempio (da situazioni reali). Un uomo è agonizzante ma cosciente, ha solo pochi istanti per riconciliarsi con suo figlio dopo anni di alterchi e ha anche la possibilità di confessarsi con il sacerdote, ma il tempo non è sufficiente. O l'uno o l'altro. Cosa è più importante per morire in pace: riabbracciarsi e perdonarsi a parole e gesti con il figlio, o il sacramento? Un ragazzino che fa il chierichetto non si sente bene a messa. Il sacerdote sta officiando la liturgia, si è al momento della consacrazione. Si ferma per soccorrere il fanciullo o continua a dir messa? Ancora: due genitori cristiani impegnati in parrocchia hanno educato alla fede la propria figlia. Ma questa, neanche maggiorenne, rimane incinta per una relazione sessuale occasionale. Accoglierla e aiutarla o rimproverarla all'infinito per convincerla di peccato? Un uomo sposato che ha ucciso da giovane un coetaneo per questioni di conflitto tra gangs, dopo 20 anni di carcere rientra a casa, ma non è accolto benevolmente da nessuno. Si ubriaca, perde il controllo di sé, picchia selvaggiamente la moglie e spaventa i suoi piccoli. Si pente sinceramente e domanda perdono alla sua famiglia, chiede di poter rientrare a casa, ma non glielo concedono. Allora lui rispetta questa volontà a va a dormire nel carcassa di un'auto abbandonata insieme ai topi per più di un anno. Che fare? Riaccoglierlo o lasciarlo lontano da loro per starsene in pace? Potrei andare avanti con gli esempi ma mi fermo qui. Non ditemi che le risposte siano scontate, perché non lo sono affatto. Ti ci devi trovare dentro. E ricordiamoci che per la Bibbia l'ovvietà religiosa è il primo nemico di Dio.

Il vangelo dice che da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con Lui (Gv 6,66). Anche oggi, davanti agli interrogativi inquietanti che la carne di tanti uomini fa nascere nelle nostre esistenze, ci sono tanti che non vanno più con Gesù; preferiscono coltivare l'illusione di una fede senza lo scandalo della carne di Cristo che si identifica proprio con quella. Come Caino, inconsciamente (o consciamente?) dicono a Dio: sono forse io il guardiano di mio fratello? (Gen 4,9) Gesù è stato deludente e deluderà sempre tutti coloro che sognano su di Lui il Dio affascinante che risponde alle nostre sensazionali attese, il Gesù che risponde sempre con miracoli, il Gesù che opera sempre lasciandoci a bocca aperta, il Gesù rassicurante che ha nelle sue mani tutto e tutti. Non bisogna mai finire di meditare il Gesù vero dei vangeli, quello che vediamo invece mettersi come il pane nelle mani di tutti, anche di chi lo tradisce! Chi non va in crisi difronte alle due opposte concezioni di Dio e dell'uomo che sorgono inevitabilmente nel cuore davanti alle parole del vangelo, non può seguire Gesù, ma si allontana da Lui, che lo sappia o meno.

Volete andarvene anche voi? (Gv 6,67). E' la domanda di Dio a tutti noi che di fronte alla responsabilità che ci addossa la nostra fede ne sentiamo spesso il peso, la durezza, e quindi la nostra inadeguatezza. Ma la parola di Gesù è veramente così dura? O non è forse duro il mio cuore nell'accoglierla? E' Gesù che con le sue parole mi genera una vita dura, o sono invece esse la luce che fa uscire allo scoperto le durezze che non conoscevo del mio cuore? In ogni caso, la risposta di Pietro ci viene in soccorso (Gv 6,68-69): e dove vado Signore Gesù senza di te? Chi dona la speranza che tu mi dai? Chi mi parla di una vita che vince la morte? Chi mi parla come tu mi parli? Chi mi ama come tu mi ami? Chi rilancia su di me quando mi scontro con i miei fallimenti? Chi è come te, Signore Gesù, che rimane ancora sulla Croce per me? No, anche se cado ogni giorno, non me ne vado. Io voglio andare ancora con Gesù.

 

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