TESTO Nutrirsi di Gesù è la ricetta della felicità
don Domenico Bruno Annunciate dai tetti
XX Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (19/08/2018)
Vangelo: Gv 6,51-58

«51Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
52Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». 53Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. 54Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. 55Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. 56Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. 57Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. 58Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
Tutti desideriamo una vita felice, colorata, senza ansie, capace di avere un senso e di essere d'aiuto agli altri...
"Il Padre dà la vita" (cfr Gv 6,57), Gesù è la vita e facendosi mangiare e bere è assunto dentro l'uomo e diventa energia per vivere al meglio, gioiosamente!
Chi vive senza Cristo si vede: prima o poi la cupidigia (l'amarezza, la bramosia, la difficoltà a evitare il peccato) e la cupezza (mancanza di luce, di fiducia, di stima) diventa sempre più grande.
Gesù dice chiaramente che: "chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me" (Gv 6,56-57).
La questione allora è:
-per chi vivo?
-di cosa mi nutro?
-la mia vita parla di Dio? quanto? come?